La direttrice dell’Istituto di bioetica della Conferenza Episcopale in Austria, Susanne Kummer, accoglie con favore la proposta di un divieto globale della maternità surrogata, pratica definita “deprecabile” da Francesco nel discorso di inizio anno agli ambasciatori presso la Santa Sede: il Pontefice fa fronte a un’importante richiesta di violazione di diritti umani di donne e bambini
Gudrun Sailer – Città del Vaticano
“Papa Francesco sottolinea chiaramente che la maternità surrogata contraddice il concetto di diritti umani sia per quanto riguarda i bambini che le donne”. Lo afferma la direttrice generale dell’Istituto di bioetica IMABE, Susanne Kummer della Conferenza Episcopale austriaca con sede a Vienna, in riferimento alle parole di ieri, 8 gennaio, del Pontefice al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede circa una pratica definita “deprecabile”. “Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto”, ha detto Francesco ai diplomatici di 184 Paesi, chiedendo alla comunità internazionale di lavorare ad un divieto di questa pratica “a livello internazionale”.
“Non esiste maternità surrogata eticamente pulita”
A colloquio con Vatican News, Kummer rilancia l’appello del Papa e afferma: “Non esiste maternità surrogata eticamente pulita quando i bambini vengono commercializzati”. L’attenzione del Papa, aggiunge, è sia sui bambini che sulle donne “che vengono sfruttate mentalmente e fisicamente quando entrano nella cosiddetta industria riproduttiva”. Secondo l’esperta, che cita diversi studi in materia, “queste donne molto spesso provengono da ambienti poveri, si trovano in rapporti di dipendenza e vivono esse stesse situazioni drammatiche quando devono rinunciare al figlio che hanno partorito perché questo è previsto contrattualmente”.
Rispettare l'”ecologia umana”
Kummer vede questo appello del Pontefice come un invito a rispettare “l’ecologia umana”, termine usato già da Benedetto XVI nel suo discorso al Bundestag tedesco del 2011. Fa riferimento ad uno studio nel campo dei diritti degli animali, secondo il quale gli allevatori di cani in Canada sono obbligati per legge a lasciare i cuccioli con la madre per almeno tre mesi prima di venderli per non “traumatizzarli”. “Nel campo della maternità surrogata, le madri surrogate devono rinunciare a questi bambini entro poche ore perché i genitori ordinanti hanno pagato e vogliono il bambino”, evidenzia la direttrice di IMABE. “Credo che il principio fondamentale del Papa sia: possiamo proteggere la natura e l’ecologia solo se rispettiamo anche l’ecologia umana, se proteggiamo anche noi stessi in modo adeguato alla specie”.
L’esperienza di ragazzi, figli di maternità surrogata
Susanne Kummer riferisce che di recente alcuni giovani, figli di maternità surrogata, hanno contattato il Papa. Tra loro anche la francese Olivia Maurel, atea e femminista, che sostiene anche lei il divieto di tale pratica. Maurel “ha sperimentato in prima persona cosa significa essere il prodotto di un’azienda. Dice che è una procedura degradante…. Ciò che è particolarmente traumatico è che non si tratta di una separazione dalla madre naturale o dalla madre genetica, ma piuttosto l’intero concetto che la propria esistenza è legata fin dall’inizio al fatto che da bambini si viene scambiati per denaro. E ha chiesto al Papa di prendere una posizione pubblica”, spiega la studiosa.
Il lavoro giuridico
Fa poi riferimento anche al quadro politico. Dal 2015 la Conferenza dell’Aja, organizzazione multilaterale per l’unificazione delle norme di diritto internazionale privato, lavora su un quadro giuridico internazionale per la maternità surrogata. Proprio lo scorso dicembre, il Parlamento dell’Unione Europea ha votato per il riconoscimento della genitorialità a livello europeo, indipendentemente dal tipo di famiglia a cui appartiene il bambino o da come è stato concepito o nato.
Ciò apre la porta al traffico di bambini, afferma l’esperta di bioetica. “Né il corpo di una donna né la nascita di un bambino possono essere commercializzati sotto forma di produzione e scambio di beni senza violare gravemente i diritti dell’individuo. Credo che questo sia ciò su cui il Papa ha voluto richiamare con insistenza l’attenzione dei diplomatici e quindi chiedere che qui venga salvaguardato il diritto internazionale a tutela dei diritti umani”.