Filippine, esplosa una bomba durante una Messa: ci sono morti e feriti

Vatican News

Quattro morti e 42 feriti a causa di un ordigno deflagrato durante una funzione nella palestra dell’università dello Stato di Mindanao, a Marawi, zona a sud del Paese negli scorsi anni assediata da militanti legati allo Stato Islamico. Il presidente Marcos: “Atti insensati e atroci perpetrati da terroristi stranieri. Consegneremo alla giustizia gli autori di questo attacco spietato”

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È di circa quattro morti, tra cui tre donne, e 42 feriti il bilancio dell’esplosione avvenuta oggi nelle Filippine durante una Messa cattolica oggi, 2 dicembre. La funzione si stava svolgendo nella palestra dell’università dello Stato di Mindanao, a Marawi, nel sud del Paese. I feriti hanno riportato per lo più lesioni lievi, rivelano le autorità locali citate dai media filippini, che parlano di terrorismo islamico. La città di Marawi nel 2017 è stata scenario di una battaglia tra forze governative e militanti legati allo Stato islamico. E l’esplosione di oggi ha fatto seguito all’uccisione di undici combattenti in un’operazione militare venerdì scorso a Maguindanao del Sur, a 200 km di distanza. Tra questi, i membri del gruppo Dawlah Islamiyah-Filippine. L’operazione ha permesso il recupero di una decina diarmi da fuoco ad alto potenziale e tre ordigni esplosivi.

La condanna del presidente Marcos

“Condanno con la massima fermezza gli atti insensati e atroci perpetrati da terroristi stranieri”, ha affermato il presidente Ferdinand Marcos Jr, “gli estremisti che esercitano violenza contro gli innocenti saranno sempre considerati nemici della nostra società”. Invitando alla calma, il capo di Stato ha pubblicato sul suo account social su X un messaggio in cui afferma di aver incaricato la polizia nazionale e le forze armate di “garantire la protezione e l’incolumità dei civili e l’incolumità delle comunità colpite e vulnerabili”. “State certi che consegneremo alla giustizia gli autori di questo atto spietato”, ha assicurato.

Il dolore della direzione dell’Università

Da parte sua, la direzione dell’Ateneo si è detta “profondamente rattristata e sconvolta” dalla violenza “insensata e orribile” che “non ha posto in una società civile”. “È particolarmente ripugnante in un istituto di istruzione superiore come questo”, ha aggiunto l’Università, esprimendo solidarietà “con la nostra comunità cristiana e con tutte le persone colpite da questa tragedia”. Nel campus è stato schierato ulteriore personale di sicurezza e tutte le attività accademiche resteranno sospese fino a nuovo avviso.

Zona isolata, indagini in corso

Intanto, dopo l’assalto, le truppe dell’esercito e la polizia hanno isolato la zona della palestra e hanno condotto le prime indagini e controllato le telecamere di sicurezza per individuare eventuali indizi su chi possa essere responsabile dell’attacco. Posti di blocco di sicurezza sono stati allestiti in tutta la città. Funzionari militari – informano i media locali facendo riferimento alle immagini condivise dal governo di Lanao del Sur sui social – hanno ispezionato la palestra, che è apparsa intatta tranne che per i segni di bruciature nel centro dove è avvenuta l’esplosione.