Massimiliano Menichetti – Baghdad ( Iraq)
Una testimonianza di fede: dal cuore dell’Iraq attraversato dal nord al sud dall’infaticabile Successore di Pietro, arriva la voce di Anan Alkass Yousif, vergine consacrata dell’Ordo virginum della Chiesa latina in Iraq e docente all’Università di Baghdad. Con lei le emozioni di questi momenti in presenza di Francesco: c’è la gioia di una visita che “dà forza per andare avanti”. “Il fatto che lui sia venuto qui – spiega – per noi significa che siamo tanto amati e mai dimenticati da lui. Infatti prima di venire, lui ci ha dato la forza, uno spirito diverso per sentire che sì, siamo radicati nella nostra fede, siamo gli abitanti originari di questa terra, questa terra addolorata che è colpita dalle guerre, dal terrorismo”.
“Abbiamo bisogno di sentire le parole del Papa”
Poi col pensiero all’Iraq, Anan parla del bisogno che il popolo iracheno avevdi questa presenza del Papa: “Tanti di noi hanno lasciato il Paese a causa della mancanza della pace e lui – spiega Anan – viene con un messaggio di pace, con le mani aperte, stese su tutto il popolo iracheno”. “Lo ascoltavo quando ha detto che viene nel nome di Gesù il principe della pace e anche quando ha detto al corpo politico e al il governo: ‘Basta violenze nel nome del Signore’. Abbiamo bisogno di sentire queste parole, non sono soltanto parole senza spirito, al contrario. Siamo rafforzati e più radicati nella nostra fede, per continuare ad essere testimoni della nostra fede, nonostante tutto”. “Sì, tanti di noi – spiega ancora Anan – hanno lasciato il Paese e sono andati dappertutto. Però quelli che sono rimasti avevano bisogno di questa visita”.
La speranza è la “conversione dei cuori”
Dunque una visita che segni uno spartiache nei cuori e nei fatti . Qui è la speranza come spiega ancora Anan: “Allora io prego e spero e che tutto sia diverso dopo, almeno nei nostri cuori perché se c’è un frutto di questa visita è la conversione dei cuori, la forza per andare avanti. Vedere il Santo Padre andare a Ur, la terra di Abramo e domani ad Erbil dove celebrerà la messa nello stadio, con la presenza di 10 mila cristiani, è una cosa grandissima. una benedizione. Mai è successo, mai i cristiani si sono radunati in questo Paese, così in questa forma. Allora che benedizione, che grazia che tutti davvero tutti saranno uno!”
Posso dire solo ” grazie”
Questo dunque il messaggio del Papa: portare – dice Anan- un “messaggio di pace, di fraternità, di unità anche fra noi cristiani. Io personalmente – aggiunge – anche se non potrò vederlo però mi sento e mi sono già sentita accarezzata dal Signore. Il Santo Padre sempre parla dalla tenerezza dal Signore, dalla sua carezza e della sua compassione. Così io mi sento: la presenza, la carezza della mano del Signore. Soltanto posso dire grazie, grazie al Santo Padre, per essere venuto e anche vorrei dire al Santo Padre che la Chiesa dell’Iraq è ancora viva e sarà viva anche con i cristiani che sono pochi: non siamo non siamo una minoranza, siamo pochi ma possiamo arricchire tanto, siamo poveri ma possiamo andare avanti e arricchire tanti e sentire la ricchezza del Signore in noi”.