Gaza in macerie. L’esercito israeliano combatte anche a Jenin.

Vatican News

Proseguono le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza dove è stato recuperato il corpo della soldatessa rapita da Hamas e morta nel corso dei bombardamenti. Combattimenti anche in Cisgiordania, mentre la tensione cresce con Damasco.

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Tre palestinesi, tra i quali un comandante delle Brigate al Quds, braccio armato della Jihad islamica, sarebbero stati uccisi in un attacco con droni
effettuato dalle forze israeliane contro il campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Nove persone sono rimaste ferite e molte altre sono state arrestate dopo un blitz delle forze armate israeliane nella zona in cui si sono registrati violenti scontri. L’esercito di Tel Aviv annuncia inoltre di aver preso il controllo di una roccaforte di Hamas nella parte settentrionale di Gaza. Ieri l’annuncio del ritrovamento del corpo della soldatessa diciannovenne rapita nell’attacco del 7 ottobre e tenuta in ostaggio.

Guerra su più fronti

Se le operazioni militari israeliane si concentrano nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, non sono meno calde le linee del fronte considerate minori. Resta infatti alta la tensione al confine con il Libano da dove Hezbollah lancia sporadici attacchi missilistici con conseguenti raid aerei israeliani. Mentre all’alba di oggi la Siria ha reso noto di aver scongiurato un atacco missilistico israeliano su Damasco.

L’urgenza di una tregua

La popolazione della Striscia di Gaza continua a trovarsi in condizioni umanitarie di estrema urgenza con l’estensione delle operazioni militari israeliane anche nella parte meridionale del territorio palestinese. E per la prima volta il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ammesso di non riuscire a ridurre il numero delle vittime civili palestinesi, lasciando tuttavia intendere che la popolazione civile sia utilizzata come scudo umano da Hamas. A destare preoccupazione anche tra gli alleati è l’innalzamento del livello di violenza anche in Cisgiordania, tanto che il capo della diplomazia statunitense Anthony Blinken, a margine del summit Asia-Pacifico, ha chiesto a Israele di adottare misure “urgenti” per porre fine alla violenza dei coloni contro i palestinesi in Cisgiordania.

Il fronte diplomatico

La guerra tra Israele e Hamas è al centro dei colloqui in tutti i vertici bilaterali e multilaterali della comunità internazionale. Non ha fatto eccezione neppure l’incontro tra il presidente USA Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping. Washinton ha infatti chiesto alla Cina di esercitare pressioni sull’Iran affinchè vengano evitate azioni che portino ad un allargamento del conflitto. Anche a Berlino la guerra nella Striscia di Gaza domina i colloqui tra Erdogan e il Cancelliere Scholtz, con la Turchia che preme per un cessate il fuoco che permetta di soccorrere i civili palestinesi. Intanto, prosegue la visita nella regione dell’Alto rappresentante per la politica estera Ue Borrell che oggi sarà in Cisgiordania dopo aver incontrato i vertici israeliani ai quali ha espresso solidarietà, ribadendo al contempo la necessità di tutelare i civili palestinesi della Striscia.