Ancora incursioni di Israele nella Striscia di Gaza,. Dal Consiglio europeo preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza, ma pieno sostegno al diritto di difesa di Israele. Sul conflitto in corso tensioni anche all’Onu
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Tensione alle stelle al Palazzo di Vetro dell’ONU per la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania in cui si chiede la fine immediata delle ostilità tra Israele e Hamas e l’apertura di canali umanitari per Gaza. L’ambasciatore israeliano Gilad Erdan è arrivato a definire il documento un “insulto all’intelligenza”. Preoccupazione per la sorte dei civili palestinesi della Striscia è stata espressa anche dal Consiglio europeo che ha pubblicato un documento in cui condanna Hamas e chiede la liberazione degli ostaggi.
La crisi all’Onu
Dopo la presa di posizione del Segretario generale Antonio Guterres sulla grave situazione umanitaria dei civili di Gaza, arriva il monito anche del presidente dell’Assemblea Generale, Dennis Francis, che aprendo la sessione speciale di emergenza dedicata alla crisi in Medio Oriente. ha chiesto chiesto lo stop delle ostilità e “l’immediata apertura di corridoi umanitari per gli aiuti a Gaza”. Parole che riflettono i contenuti della bozza di risoluzione presentata dalla Giordania e che ha fatto infuriare l’ambasciatore Gilad Erdan: “Questa guerra non ha nulla a che fare
con i palestinesi, – ha detto – è una guerra contro i terroristi di Hamas”, il cui obiettivo èdi eliminare ogni ebreo dalla faccia della terra.
La posizione del Consiglio europeo
Il Consiglio Europeo, riunito ieri a Bruxelles, dopo cinque ore di dibattito ha espresso la “più grave preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza” e ha chiesto “un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli, per raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno attraverso tutte le misure necessarie, inclusi corridoi umanitari e pause per esigenze umanitarie”. Netta la risposta di Israele che pone come precondizione alla de-escalation la liberazione di tutti gli ostaggi in mano ad Hamas.
La guerra sul terreno
Nonostante il moltiplicarsi degli appelli internazionali in favore di un cessate il fuoco per permettere l’assistenza umanitaria ai civili palestinesi della Striscia, la guerra prosegue a ritmi costanti con nuove incursioni israeliane in territorio palestinese e lanci di missili da parte di Hamas, che denuncia: almeno 50 ostaggi sarebbero stati uccisi dai bombardamenti di Israele. Scontri anche in Cisgiordania dove tre palestinesi sono stati uccisi – e altri 12 feriti – a Jenin nel nord della regione.
La questione degli ostaggi
Gli Stati Uniti per bocca del presidente Biden hanno esortato il Qatar a premere per una mediazioni sulla liberazione dei 224 ostaggi nelle mani di Hamas. Israele ha fatto sapere ai mediatori qatarioti che potrebbe offrire una qualche contropartita in cambio del rilascio da parte di Hamas di “un numero significativo di ostaggi”. Ufficialmente, Israele ha sostenuto di non essere disposto ad alcuno scambio per ottenere la liberazione degli oltre 200 ostaggi detenuti da Hamas, autore del più grande attentato terroristico della storia dello Stato ebraico e in cui sono morte oltre 1.400 persone.