L’Ucraina resta una priorità per il continente europeo: questo quanto affermato da fonti Ue alla vigilia del vertice in programma a Bruxelles oggi e domani al quale assisterà in collegamento anche il presidente ucraino Zelensky
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Sul tavolo dei leader dell’Unione Europea riuniti oggi e domani a Bruxelles, anche la questione della guerra in Ucraina che resta “una priorità” nonostante la crisi in Medio Oriente: questo quanto affermato da un alto funzionario Ue alla vigilia del vertice dei 27 che avranno sul tavolo, tra gli altri, anche il dossier relativo a Kyiv. Un sostegno confermato, dunque, quello al Paese, anche in sede di Consiglio europeo, al quale sarà collegato in videoconferenza il presidente ucraino Volodymir Zelensky.
Biden: proseguire rapidamente su aiuti a Ucraina
Anche oltreoceano Kyiv incassa sostegno: dagli Stati Uniti il presidente Joe Biden, nel congratularsi con il nuovo presidente repubblicano della Camera dei rappresentanti, Mike Johnson, attraverso una nota della Casa Bianca lo ha esortato a muoversi rapidamente sugli aiuti a Israele e Ucraina. Biden ha inoltre ribadito la sua “volontà di continuare a lavorare con i repubblicani allo stesso modo perchè – ha detto – il popolo americano si aspetta che i repubblicani alla Camera lavorino con me e con i democratici al Senato”. Il presidente ha infine ricordato lo “storico pacchetto di finanziamenti che promuove i nostri interessi di sicurezza nazionale in Israele e Ucraina, protegge il nostro confine e investe nell’economia americana” e ha invitato la Camera ad agire velocemente “per evitare uno shutdown tra 22 giorni”.
Tra Mosca e Kyiv canali di comunicazione
Dagli Stati Uniti arriva anche un’indiscrezione del Washington Post, secondo cui tra Russia e Ucraina, nonostante l’infuriare della guerra, si manterrebbero aperti canali di comunicazione, a volte diretti, a volte attraverso intermediari. Secondo quanto riferito, tali comunicazioni riguarderebbero alcune questioni umanitarie fondamentali quali lo scambio di prigionieri, la restituzione delle salme dei militari uccisi al fronte, ma anche il ritorno in Ucraina dei bambini portati in Russia e il passaggio sicuro delle navi cariche di cereali dai porti ucraini del Mar Nero.