L’anniversario del Centro Televisivo Vaticano, oggi Vatican Media, che nasceva il 22 ottobre 1983 per volontà di San Giovanni Paolo II. “Prossima tappa – spiega il direttore Stefano D’Agostini – il Giubileo del 2025, alla luce delle nuove tecnologie di produzione e delle nuove piattaforme diffusive”
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“Rispondere alle molte domande circa un’azione più efficace della Chiesa per quanto riguarda le comunicazioni sociali, specialmente quelle audiovisive, e al fine di offrire nuovi strumenti con cui svolgere nel mondo l’universale missione della Chiesa”. Con queste finalità un Rescritto ratificato il 22 novembre 1983 da san Giovanni Paolo II istituiva il Centro Televisivo Vaticano, il servizio radiotelevisivo ufficiale della Santa Sede. In quarant’anni il Ctv – che dal 2017 con la riforma dei media vaticani ha assunto la denominazione di Vatican Media – ha ripreso in diretta tutte le attività del Papa, comprese le visite pastorali, in Italia e all’estero, e più in generale gli eventi e manifestazioni che si svolgono in Vaticano.
Lungimiranza e attenzione ai media
“La lungimiranza e la grande attenzione ai media” sono le due caratteristiche di San Giovanni Paolo II messe in luce dall’attuale direttore del Ctv – Vatican Media Stefano D’Agostini: “Attraverso il rescritto pontificio a sua firma ed il successivo Statuto di fondazione in cui vengono specificate meglio natura finalità e compiti, dà inizio all’attività televisiva della Santa Sede”. “Altre tappe importanti – ricorda D’Agostini – sono il secondo rescritto pontificio del 25 novembre 1996 in cui Giovanni Paolo II riconosce il Ctv come una delle istituzioni collegate a pieno titolo con la Santa Sede che traghetta il Centro da una fase sperimentale a quella più concreta di sviluppo, e il 1 giugno 1998 data di entrata in vigore del nuovo statuto in cui vengono meglio specificati i compiti, individuando le azioni e l’organizzazione per inserirsi in un contesto media globale”.
Un punto di riferimento
“Il compianto Emilio Rossi, già presidente del consiglio di amministrazione del CTV, in un’udienza concessa da Giovanni Paolo II”, sottolinea il direttore del Ctv – Vatican Media, “presentò il Centro come un bambino che si avviava verso l’adolescenza e la successiva maturità. Paragone quanto mai realistico, poiché negli anni successivi specialmente durante il grande Giubileo del 2000 lo sviluppo del Ctv in ambito internazionale e dal punto di vista produttivo subì una accelerazione verso il pieno riconoscimento come ente di riferimento per la produzione televisiva della Santa Sede e dell’attività del Papa”. Stefano D’Agostini tiene a esprimere particolare riconoscenza nei confronti di “tutte le persone che, credendo fermamente all’importanza di una istituzione produttiva della Santa Sede, hanno condotto nel tempo l’affermazione e lo sviluppo del Ctv: il cardinale John Patrick Foley, Fiorenzo Tagliabue, Sandro Baldoni, Emilio Rossi, Padre Antonio Stefanizzi, Ugo Moretto, padre Federico Lombardi e monsignor Dario Edoardo Viganò che diresse il Centro al compimento dei 30 anni di attività, verso traguardi di avanguardia tecnologica (Produzioni in 3D e 4K) e di produzioni televisive e cinematografiche di grande livello, basti pensare al film “Un uomo di parola” diretto da Wim Wenders.
Verso il Giubileo 2025
“Lo spirito di sviluppo dei primi anni – conclude D’Agostini – non è mai venuto meno, anche oggi all’interno del Dicastero per la Comunicazione dopo la riforma voluta da Papa Francesco, con tutti i vantaggi di una direzione comune dei media vaticani e le conseguenti sinergie, il Ctv – Vatican Media continua nella crescita e nella ricerca, anche attraverso nuovi linguaggi televisivi, per portare avanti la sua missione universale di diffusione delle immagini del Papa e del suo magistero su ogni mezzo audiovisivo e per assicurare una fonte archivistica unica e imprescindibile per gli storici futuri. Prossima tappa il Giubileo del 2025 alla luce delle nuove tecnologie di produzione e delle nuove piattaforme diffusive”.
Viganò: la forza evocativa delle immagini
Anche secondo monsignor Dario Edoardo Viganò, oggi presidente fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo e vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, alla base della nascita del Ctv, quarant’anni fa, va riconosciuta la “visione straordinariamente contemporanea di Giovanni Paolo II, che aveva colto come i racconti le narrazioni avessero bisogno anche di immagini. Aveva cioè intuito il cambiamento delle strategie della comunicazione, delle sue dinamiche, dei linguaggi e dei formati. Il Ctv non solo racconta il Papa, ma è diventato negli anni una struttura che ha reso possibile la realizzazione di fonti audiovisive importanti per la storia”. Don Viganò porta un esempio della potenza evocativa delle immagini: “Se noi parliamo di Papa e Covid – fa notare – immediatamente ci viene in mente il Papa da solo mentre prega sulla Piazza San Pietro nella Statio Orbis, la preghiera per la pandemia nella sera del 27 marzo 2020”.
Lombardi: raccontare la malattia di Giovanni Paolo II
Direttore del Centro Televisivo Vaticano dal 2001 al 2013, padre Federico Lombardi, oggi presidente della Fondazione Ratzinger, ricorda come prima dell’intuizione di San Giovanni Paolo II in Vaticano si dovesse fare riferimento alla Rai per tutti i grandi avvenimenti e la loro copertura televisiva: “Con il Ctv il Vaticano è diventato gradualmente più capace e più autonomo nella copertura di tutto il mondo delle immagini in diretta e registrata”. Al momento della nomina padre Lombardi era già direttore della Radio Vaticana. “Questo nuovo incarico – ricorda – mi ha permesso di avere una visione più completa e di dare un contributo più ampio alla comunicazione della Santa Sede, non solo dal punto di vista dei contenuti informativi e dell’audio, ma anche da quello delle immagini, che è assolutamente fondamentale”.
Il ricordo più forte – prosegue – “è stato quella di accompagnare con il Centro Televisivo Vaticano tutta la ultima fase della malattia di Giovanni Paolo II, successivamente la sua morte, il conclave e quindi l’inizio del pontificato di Benedetto. Il Ctv venne riconosciuto come un servizio televisivo in grado di svolgere il suo compito nel nuovo panorama della televisione mondiale”. Seguire con le immagini Giovanni Paolo II, che tutto il mondo amava moltissimo, con i segni evidenti del crescere della malattia, fu molto impegnativo. Fu vissuto intensamente da tutto il personale del Centro televisivo, che sentiva tutta la responsabilità di comunicare al mondo una persona che tutti amavano nella sua fragilità fisica, con verità e con rispetto, perché lui voleva continuare a essere il Papa e partecipare attivamente alla vita della Chiesa. Riprenderlo e trasmetterlo con le immagini era rispondere a una sua volontà e a un suo modo di guidare e servire la Chiesa e l’umanità in quegli anni, pur con la malattia”. “Farlo bene – aggiunge ancora padre Lombardi – rispettando questa sua intenzione e rispettando allo stesso tempo la dignità di una persona visibilmente malata fu una cosa molto impegnativa. Ebbi una grande stima in quegli anni degli operatori e di tutti i tecnici del Ctv per il modo in cui svolsero questo compito. E ho anche una grande gratitudine per monsignor Stanislaw Dziwisz, che ci aiutò molto con consigli, accompagnandoci e comprendendo molto bene l’impegno del nostro lavoro”.
Le riprese storiche
La ripresa più importante sotto la sua direzione del Ctv è per padre Lombardi quella della “partecipazione del Papa sofferente all’ultima Via Crucis al Colosseo. E la ricorda assieme “all’altra grande ripresa storica”, sotto la direzione di don Dario Viganò, di Benedetto XVI che lasciava il pontificato nel 2013 con il volo in elicottero dal Vaticano a Castel Gandolfo. L’augurio di padre Lombardi per i 40 anni del CTV – Vatican Media è che “continui a svolgere il suo ruolo come ha fatto in tutti questi anni, crescendo gradualmente e dimostrandosi sempre all’altezza del suo servizio”.
La ricchezza dell’archivio
Degno di nota e particolarmente prezioso è oggi l’archivio di registrazioni audiovisive in possesso del Ctv: custodisce tutto ciò che è stato prodotto dal 1984 a oggi in ambienti ad atmosfera controllata e catalogato con sistemi informatici all’avanguardia.