Lo ha annunciato il presidente egiziano al-Sisi, dopo quanto anticipato dall’omologo americano Biden e confermato dal premier israeliano Netanyahu. Si intensificano le ostilità al confine libanese-israeliano: dopo Washington, anche Londra sconsiglia i viaggi in Libano
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Il Presidente egiziano al-Sisi ha accettato di aprire il varco di Rafah, a sud di Gaza, per consentire l’arrivo di aiuti umanitari destinati al popolo palestinese. Ad annunciarlo era stato nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 18 ottobre, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in visita per poche ore a Tel Aviv. Ma il via libera, ha aggiunto il capo della Casa Bianca, non arriverà prima di domani, venerdì 20, quando potranno passare i primi camion del convoglio umanitario.
La visita di Biden a Tel Aviv
Biden ha lasciato Israele per far rientro a Washington senza recarsi dunque ad Amman, capitale della Giordania, dove avrebbe dovuto incontrare, stando al programma iniziale del suo viaggio nel Vicino Oriente, anche il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen. “Non dico cose a meno che non abbia fiducia nella fonte da cui le ottengo. Il nostro Dipartimento della Difesa dice che è molto improbabile” che sia stato Israele a colpire l’ospedale di Gaza, ha detto il leader statunitense. Secondo Biden, Hamas non rappresenta tutto il popolo palestinese, ha commesso atrocità peggiori a quelle dell’Isis e l’attacco del 7 ottobre è equivalente a quanto subito dagli Usa l’11 settembre: la priorità, ha precisato, è garantire il ritorno degli ostaggi vivi.
Gli aiuti statunitensi
Il leader della Casa Bianca ha poi annunciato che questa settimana chiederà al Congresso “un pacchetto di sostegno per la difesa di Israele senza precedenti. Il mondo saprà che Israele è più forte che mai”, ha affermato. Il premier israeliano Netanyahu ha ha fatto sapere che “alla luce della richiesta del presidente americano, Israele non ostacolerà le forniture umanitarie provenienti dall’Egitto, purché si tratti solo di cibo, acqua e medicine per la popolazione civile che si trova nel sud della Striscia di Gaza o che vi si sta spostando, e purché queste forniture non raggiungano Hamas. Qualsiasi rifornimento che raggiunga Hamas – ha specificato – sarà ostacolato”.
Il fronte libanese
Dopo gli Stati Uniti, anche il Regno Unito sconsiglia i viaggi in Libano, a seguito delle violente manifestazioni avvenute a Beirut dopo l’esplosione mortale all’ospedale Al Ahli di Gaza e alle ostilità lungo il confine libanese-israeliano. L’esercito di Israele ha appena confermato che sta colpendo in queste ore obiettivi di Hezbollah in Libano. Hezbollah ha affermato che due dei suoi membri sono stati uccisi nel sud del Libano mentre “erano impegnati in combattimenti”.
Il fronte siriano
L’esercito israeliano avrebbe bombardato una postazione siriana nel sud del Paese. “Rumore di esplosioni sono risuonate nella provincia di Quneitra dopo un attacco israeliano contro una postazione dell’esercito siriano”, sostiene l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una Ong con sede nel Regno Unito. Il rumore delle esplosioni è risuonato anche sulle alture del Golan, ha riferito la stessa fonte.