“Il sabato nero”: 80 anni fa il dramma del Ghetto di Roma

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Il 16 ottobre del 1943 la retata delle forze nazifasciste permise la deportazione ad Auschwitz di 1023 ebrei. Ritornarono solo in 16 alla fine della guerra. Un docufilm ripercorre la loro storia e quella degli ebrei che trovarono rifugio in seno alla Chiesa.

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Dovevano essere almeno 8mila gli ebrei italiani che i nazisti volevano internare ed eliminare ad Auschwitz, ma i tedeschi fallirono il proprio obiettivo e Kappler, comandante della Gestapo a Roma, dovette presentare le proprie scuse a Hitler. La tragedia del rastrellamento del Ghetto di Roma si arricchisce continuamente di nuovi elementi storici man mano che i documenti conservati negli archivi vengono portati alla luce. Lo stesso si può dire per i tanti elementi che sono emersi grazie alla recente apertura alla consultazione della parte dell’Archivio Apostolico Vaticano e dell’Archivio Storico della Segreteria di Stato relativa agli anni 1939-1958 del pontificato di Pio XII.e che hanno dimostrato il coinvolgimento ufficiale della Curia romana nel salvataggio di centinaia di ebrei dalla furia della Shoah.

Il valore della memoria

Per lo storico Matteo Luigi Napolitano, delegato internazionale del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, è molto importante per ebrei e cristiani rinsaldare la memoria. “La memoria – spiega Napolitano – è uno strumento di vigilanza e ricostruire la storia, grazie anche ai nuovi documenti che stanno uscendo, serve proprio a ricordarci che l’umanità è una scommessa perenne della nostra vita e che quindi la condivisione di valori e il ripudio di disvalori, lo vediamo anche in queste ore drammatiche, è per tutti noi un dovere”.

Una storia che rafforza i rapporti ebraico-cristiani

I documenti rinvenuti nella serie “Ebrei” conservati presso l’Archivio Storico della Segreteria di Stato e i documenti sui soccorsi agli ebrei conservati nell’Archivio Apostolico Vaticano sono una mole di informazioni che adesso permettono di costruire nuovi paradigmi. “Penso – prosegue lo storico Napolitano – soprattutto a chi organizzò gli aiuti e al fatto che gli aiuti vennero dalla Curia nella Chiesa di Pio XII e non furono decisioni anarchiche”. A sottolineare il rapporto privilegiato che a Roma si è potuto instaurare tra la comunità ebraica e il Vaticano è padre Norbert Hofmann, segretario della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo della Santa Sede. Per il Vaticano la comunità ebraica di Roma è molto importante – spiega Hofmann – e questo evento di ottant’anni fa per noi importante per ricordare. “La Chiesa cattolica è sempre protagonista del dialogo e mi rende molto felice ricordare come gli ultimi tre Papi abbiano espresso una buona relazione con la comunità ebraica di Roma”. Giovanni Paolo II fu il primo a visitare la Sinagoga il 13 aprile 1986.

La memoria viva

Solo in 16 tra gli ebrei deportati tornarono dal campo di sterminio. Oggi solo pochi di loro sono ancora in vita e l’importanza di fare memoria diventa ancora più importante. Fernando Terracina è nato solo pochi giorni dopo il rastrellamento. I suoi genitori, le due sorelle e il fratello erano riusciti fortunosamente a salvarsi e a trovare rifugio presso dei conoscenti cristiani e presso il convento di Santa Dorotea, nei pressi del Bambin Gesù. “Il 16 ottobre – racconta Terracina – è una ricorrenza che non possiamo assolutamente dimenticare, anche considerando i fatti recenti. Per noi ebrei romani è una data che è impossibile dimenticare per la violenza con la quale è stata fatta”. Una violenza talmente efferata che per molti anni i sopravvissuti al rastrellamento hanno fatto fatica a raccontare.

Un docufilm per non dimenticare

Il racconto degli ultimi sopravvissuti e quello degli storici che indagano tra i nuovi documenti desecretati è stato raccolto e contestualizzato in un docufilm della giornalista dell’Osservatore Romano, Fausta Speranza, intitolato “Quel Sabato Nero” con la regia di Stefano Gabriele. “La memoria appartiene a chi costruisce il futuro”, ha detto l’autrice presentando il filmato in un convegno presso la Camera dei Deputati. La ricorrenza del rastrellamento si verifica quest’anno in un momento internazionale estremamente drammatico per Israele e tutti gli ebrei del mondo ed è per questo – spiega Gianno Lattanzio, segretario generale dell’Istituto Cooperazione Paesi Esteri – che “la storia deve dare una capacità di lettura profetica per il futuro. Oggi come ottant’anni fa assistiamo nuovamente a segni di mancanza di umanità”.