Prosegue l’offensiva di Mosca nel Paese est europeo, mentre la Polonia apre corridoi per il transito di forniture di grano da parte di Kyiv, pur mantenendone il divieto di vendita sul proprio territorio
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Ha preso di mira una infrastruttura portuale nella regione di Odessa, la prima operazione russa della notte portata avanti con 19 droni e 14 missili in Ucraina. Una donna è rimasta ferita. Mezzi d’attacco poi abbattuti dalla controffensiva ucraina, ma che prima avevano provocato anche un incendio in una struttura alberghiera e danni ad alcuni granai. Truppe russe hanno bombardato anche la città di Kupiansk, nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, danneggiando un edificio non residenziale e innescando un incendio, per fortuna senza provocare vittime.
La Polonia apre corridoi per forniture di cereali
Il grano è alla ribalta della politica della Polonia che ha deciso, in un contesto di tensione con l’Ucraina, di creare però corridoi per favorirne il passaggio da Kyiv, benchè continui a porne lo stop di vendita sul proprio territorio. “Il divieto di vendita sul mercato polacco è giusto ma dobbiamo potenziale il transito”, ha affermato il presidente polacco, Andrzej Duda, sottolineando di “voler fare tutto il possibile per favorire il passaggio dei cereali destinati ai Paesi più poveri del mondo”. Nel frattempo una seconda nave cargo di grano in arrivo dall’Ucraina ha raggiunto Istanbul attraverso il Mar Nero dopo l’uscita dall’accordo da parte della Russia. Kiev ha fatto sapere che l’imbarcazione, battente bandiera di Palau, trasporta 17.600 tonnellate di grano e ha come destinazione finale del suo viaggio l’Egitto.
Ue: danno di reputazione per la Cina
Il conflitto Russia-Ucraina continua a creare divisioni nella comunità internazionale, con l’Unione Europea che sottolinea come il rifiuto di Pechino di condannare l’invasione russa su territorio ucraino pesi sulla reputazione della Cina con serie ripercussioni. Il commissario europeo al Commercio, Valdis Dombrovskis, parlando agli studenti della Tsinghua University di Pechino, ha osservato che si tratta di un atteggiamento che “nuoce all’immagine del Paese, non solo nei confronti dei consumatori europei, ma anche nei confronti delle imprese”.