Il religioso comboniano, coordinatore della rete brasiliana Chiese e Miniere, parla della seconda edizione dell’iniziativa, in corso nel mese di settembre: la terra non è un serbatoio infinito di risorse da prendere senza limiti, va potenziato il ricorso al riciclaggio che riduce i consumi delle materie prime. “Dio perdona sempre, la natura non perdona mai”
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Il Tempo del Creato, che si celebra a settembre, viene vissuto anche quest’anno in ascolto del grido della Terra, dell’urgenza di prendersi cura del pianeta che ospita l’intera umanità. Un appello più volte lanciato dal Papa, che invita ad ascoltare “il battito materno della Terra, armonizzando i ritmi della nostra esistenza con quelli della creazione, che ci dà la vita”. Nel messaggio dedicato in particolare a questo tempo, Francesco sottolinea come “le politiche economiche, che favoriscono una ricchezza scandalosa per pochi e condizioni degradanti per tanti, segnano la fine della pace e della giustizia”. In linea con le parole del vescovo di Roma, la rete Chiese e Miniere (Rim) ha promosso la seconda Carovana per l’Ecologia Integrale. Dal 12 al 30 settembre, una delegazione di cinque giovani provenienti da Argentina, Brasile, Ecuador, Guatemala e Perù tiene seminari, eventi e incontri per invitare le congregazioni religiose, le conferenze episcopali, le diocesi e le università cattoliche alla conversione ecologica integrale e al disinvestimento dalle miniere.
La Chiesa accanto alle popolazioni sfruttate
Ad accompagnare i giovani sono il vescovo Noel Londoño, della diocesi di Gerico, in Colombia, e padre Dario Bossi, missionario comboniano in Brasile, consigliere della Conferenza episcopale brasiliana e coordinatore della rete Chiese e Miniere. Il gruppo ha iniziato le sue attività a Madrid e Santiago de Compostela in Spagna, passando in questi giorni per Roma, quindi sarà a Bruxelles e infine a Tubingen, in Germania. “Le realtà presentate alla seconda Carovana per l’Ecologia Integrale denunciano lo sfruttamento e la devastazione della Terra, le vittime dell’ingiustizia ambientale causata dall’estrazione mineraria, che sfrutta ancora una volta il Sud del mondo”, afferma padre Dario Bossi, ospite degli studi di Radio Vaticana – Vatican News. “Il Papa – ricorda – ci invita come Chiesa a stare con le vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, ponendo fine a questa guerra insensata contro il creato”.
“Il tema dell’estrazione mineraria si sta aggravando e i Paesi del Sud del mondo sono considerati come un deposito da cui estrarre quanto si ritiene necessario. Per noi è importante che queste voci siano ascoltate e cerchiamo di rendere protagonista chi è ferito dall’estrattivismo, ascoltando questi racconti di dolore e di resistenza. Queste persone hanno vicino missionari, vescovi, la Chiesa – sottolinea – si è fatta prossima e samaritana, è portavoce di queste realtà”. Una posizione dunque “profetica, che come spesso accade viene criticata, ma è molto importante non tacere. Il Papa nella Laudato si’ ci chiede di chiamare queste situazioni con il loro nome, ovvero ingiustizia e crimine”.
Le alternative possibili
“Il Papa – prosegue Bossi – richiama ad una revisione globale del sistema. Prima di tutto una revisione del modello di consumo, la Terra ci sta dicendo che se non troviamo un’alternativa i limiti emergeranno con più forza, l’estrazione non è infinita. Purtroppo il modello di consumo non pone limiti naturali, quindi c’è proprio un modo di ragionare assurdo”. Il missionario cita poi le teorie di “transazione del post-estrattivismo”, che propongono estrazioni limitate ed essenziali, mettendo in primo piano “l’enorme potenziale del riciclaggio e riducendo al tempo stesso i consumi delle materie prime”. Padre Bossi infine vuole ricordare, tra i tanti, un appello del Papa che è ispiratore di questa ed altre iniziative. “Dio perdona sempre, la natura non perdona mai. Francesco ce lo ricorda, aggiungendo che questa economia uccide. Non si tratta dunque semplicemente di ritoccare il sistema, ma – conclude – di ripensarlo in modo radicale e occorre farlo con urgenza, costruendo tutti insieme un nuovo modello di economia”.
Appello al disinvestimento dalle miniere
“L’appello al disinvestimento dai fondi di investimento, dai fondi pensione o dalle banche commerciali che finanziano l’attività mineraria è una bandiera portata dai giovani come richiesta di coerenza etica ed evangelica da parte delle Chiese nel farsi carico della Cura del Creato”, sostiene Guilherme Cavalli, coordinatore dell’iniziativa. “L’industria mineraria è tra le cause principali di questa guerra insensata contro il creato di cui parla Francesco. I criteri di esclusione per gli investimenti delle congregazioni religiose, delle diocesi e delle università devono tenere conto delle industrie estrattive come quelle minerarie e petrolifere. Sono sinonimo di martirio per le comunità, per la Madre Terra e mettono all’asta l’esistenza del futuro”, ricorda. La campagna chiede di porre fine a qualsiasi rapporto con banche, fondi pensione e fondi di investimento direttamente o indirettamente legati a comportamenti morali che non agiscono secondo il principio di sostenibilità proposto dalla Dottrina Sociale della Chiesa.
La prima edizione
Nel 2022, l’iniziativa della Carovana si è avviata con l’intento di approfondire le relazioni tra le organizzazioni in Europa e quelle che lavorano per la cura del Creato in America Latina. Una delegazione di dieci leader comunitari e religiosi si è recata in Germania, Austria, Spagna, Italia, Belgio e Francia per denunciare le violazioni dei diritti umani e ambientali causate dalle attività minerarie. Grazie a un dialogo approfondito e a un impegno comune, la carovana dello scorso anno ha dato alla seconda edizione, in corso fino al 30 settembre. L’iniziativa promossa dalla Rete Chiese e Miniere, attraverso la Campagna per il Disinvestimento dalle Miniere, si svolge con una ventina di organizzazioni americane ed europee.