Nella cittadina di Markowa, alla vigilia della beatificazione della famiglia polacca uccisa dai nazisti, conferenza stampa del prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, dell’arcivescovo Szal e del postulatore Witold Burda. Uccisi in odio alla fede, ha sottolineato il cardinale Semeraro, hanno dimostrato di essere davvero cristiani
Emanuela Campanile e don Paweł Rytel-Andrianik – Polonia
Markowa, la cittadina che all’epoca della seconda guerra mondiale era solo un piccolo villaggio nella Polonia sud-orientale, è in festa: attese per domani 32mila persone circa. La Messa sarà presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per la Causa dei Santi, e sarà concelebrata da 80 tra cardinali e vescovi e quasi mille sacerdoti.
In odio alla fede
Gli Ulma, ha detto oggi il porporato nella conferenza stampa che si è tenuta proprio alla vigilia di questo grande evento, sono stati uccisi in odio alla fede perché hanno dimostrato di essere davvero cristiani, veri samaritani. Nascondendo le due famiglie ebree (otto persone in tutto) nel solaio della loro piccola casa, “hanno difeso la radice da cui Cristo è nato”.
Il battesimo di sangue
“I bambini – ha proseguito Semeraro – sono stati battezzati nella fede dei loro genitori e questo è un fatto fondamentale. Tutti sono stati inclusi nel martirio per la fede dei loro genitori”. Inoltre, il bambino che Wiktoria aspettava ha ricevuto il battesimo di sangue. Ha spiegato infatti il prefetto: “Il gruppo scelto per la beatificazione era di mamma, papà e sei figli, perché il bambino non aveva ancora visto la luce”. Poi, “lo studio della causa ha fatto notare che nelle testimonianze si diceva che chi ha veduto il corpo della mamma uccisa, ha visto che il bambino aveva già visto la luce anche se non ancora completamente. Ma noi non parliamo come dei medici, come degli specialisti, parliamo con un linguaggio umano. E dunque il bambino aveva visto la luce, veniva alla luce nel momento in cui la mamma era barbaramente uccisa”. E’ vero, del bambino non si sa nulla, “ha avuto un attimo di vita – ha affermato ancora Semeraro – ma quello che ci interessa è che ora vive nel Signore. E quindi questa peculiarità, questa inaspettata evenienza del martirio, ci permette di vedere questo bambino nella luce dei Santi Innocenti”.
L’importanza dei nomi
Gratitudine da parte del rabbino capo Michel Schudrich per il fatto che non sono stati dimenticati i nomi e i cognomi degli otto ebrei uccisi con gli Ulma. Se ne è fatto portavoce monsignor Adam Szal, arcivescovo di Przemyśl, dato che purtroppo, e non di rado, non si conoscono i nomi delle vittime dell’Olocausto. Sono: Shaul Goldman e i suoi quattro figli adulti, Lea Didner con la figlia Reshla di circa 5 anni, e Gołda Grünfeld. Ecco come si chiamano i componenti la famiglia Ulma che saranno elevati agli onori degli altari: Józef e Wiktoria Ulma e i loro bambini: Stanisława, Barbara, Władysław, Franciszek, Antoni, Maria e il bimbo rimasto senza nome che, nel momento del martirio, ha ricevuto il battesimo di sangue.