I giovani italiani: “Torniamo a casa con gioia e senza paura, come chiede il Papa”

Vatican News

Le voci di tre pellegrini alla Messa e alla Veglia a Lisbona, dopo l’invito di Francesco a ritornare alla vita quotidiana facendo propri tre verbi: “Brillare, ascoltare e non temere”. Enrico, del Gam di Alba: riporto un “trabocco di gioia” che voglio condividere con gli altri, e speriamo continui nel tempo

Alessandro Di Bussolo – Inviato a Lisbona (Portogallo)

“Cosa portiamo con noi ritornando nella valle della vita quotidiana?”. Papa Francesco lo ha chiesto ai giovani radunati nel “Campo della Grazia” della Gmg di Lisbona da sabato pomeriggio, per la Veglia e questa mattina per la Messa conclusiva. Alla domanda rispondono alcuni italiani nella grande spianata affacciata sull’estuario del Tago. Enrico, 24 anni, di Alba (Cuneo), è della Gioventù Ardente Mariana, in Portogallo con Chiara, 28 enne di Torino, e un gruppo di altri amici piemontesi del Gam. “Mi porto un ‘trabocco di gioia’ che voglio condividere con gli altri, e speriamo che continuo nel tempo – dice – perché è come una caraffa d’acqua, ad un certo punto l’acqua non ci sta più e inizia a traboccare. La ricchezza che portiamo con noi ripaga da tutte le fatiche”. Se condividi la tua fede in Cristo insieme a tanti altri giovani, mi dice, “non ti senti solo, anche se parli un’altra lingua, senti che ci accomuna la lingua della fede”.

Ascolta l’intervista ad Enrico e Chiara (Gioventù Ardente Mariana)

Chiara: chi ci vedrà si chiederà il perchè della nostra gioia

Gli fa eco Chiara: “Ce lo ha detto il Papa alla Veglia: la gioia è missionaria, è contagiosa. E la nostra gioia sarà un punto interrogativo per chi ci si vedrà e si chiederà dove siamo stati. E la prossima volta vorranno venire anche loro!”. La testimonianza saranno le nostre vite di ogni giorno, afferma, nel lavoro, tra gli amici, “non tanto a parole, perché poi uno si scoccia ad ascoltare”. Poco distante, tra sacco a peli e tendine improvvisate, trovo Maria 29 anni, animatrice parrocchiale e insegnante di Scuola Media, di Delianuova (Reggio Calabria), a Lisbona con altri cento giovani ella sua citta, nella diocesi di Oppido-Palmi. “Sicuramente ci resta la bellezza di essere stati tutti insieme qui, sotto il segno della croce, tutti uniti nella fede. È sempre bello ritrovarsi tanti giovani accomunati dalla fede, nonostante le differenze linguistiche, nonostante la differenza di nazioni”.

Maria, animatrice di gruppi giovanili di Delianuova (Reggio Calabria)

Essere giovani luminosi, “opere d’amore”

Il Papa ha chiesto ai giovani di portare ovunque la luce del Vangelo, amando come Gesù. “Questo ci rende luminosi, questo ci porta a essere opere di amore”, ha detto nell’omelia della Messa di invio. E ha aggiunto: “Ma quando, invece di fare opere di amore, verso fuori, guardi a te stesso, come un egoista, lì la luce si smorza”. “Sicuramente la gratitudine è il primo passo per essere generosi – risponde Maria –  perché nel momento in cui ringraziamo, siamo coscienti di quanto di bello abbiamo nelle nostre vite, e siamo pronti per andare a portarlo agli altri”. La gioia che prendiamo da eventi come questo, mi aveva detto Chiara del Gam, “la portiamo nella nostra città con incontri di preghiera, di evangelizzazione nelle parrocchie, negli ospedali, nelle case di riposo dove ci accolgono per pregare con le persone e portare canti di gioia con noi. E con la statua della Madonna di Fatima che ci aiuta a seminare” .

Camilla e la grande generosità dei volontari

“Sono entrato nel mondo del lavoro – si inserisce Enrico – e vedo che parlare di Gesù non è sempre molto apprezzato. Allora stai zitto e porti il tuo esempio. Con un linguaggio pulito, non cadi in atteggiamenti volgari, nella pornografia. E questo secondo me è anche un grande esempio, senza dire niente con la bocca, ma volantinare come facciamo noi del Gam”. Dell’essere “opere d’amore” parla anche Camilla, 51 anni, di Legnago (Verona), che con il marito Josè, di Lisbona, fa parte dell’Equipe Caring, creata per la prima volta in questa Gmg, che accoglie i volontari che vengono da tutto il mondo. “Abbiamo trasformato una scuola in quattro case – spiega – per 300 volontarie dall’America Latina. Con loro abbiamo avuto momenti di scambio davvero fantastici”. Camilla ha sentito in loro “una grande allegria, una grande generosità, grande voglia di mettersi veramente in cammino, di mettersi a servizio. Tutta gente straordinariamente interessante, che credo sia spinta dalla propria fede, che porta voglia di speranza e voglia di futuro”.

La maglietta di Enrico, impegnato nella Gioventù Ardente Mariana, e l’immaginetta di Maria che hanno distribuito a tantissimi giovani pellegrini

Enrico: nel Vangelo “non temere” è usato 365 volte

Una volta tornati a casa, spiega infine Francesco, “non temete, se un po’ di pessimismo ci assale a volte, se siete tentati di scoraggiarvi”, perché “è un bene che vogliate cambiare il mondo”. “Nel Vangelo c’è scritto 365 volte non temere – ricorda Enrico – un pò come se Gesù ci dicesse ogni giorno ‘non avere paura, vai avanti con forza e con grinta’. E questo è il più grande esempio che noi abbiamo, con la forza e il coraggio di Maria”.