Il Parlamento europeo approva la “legge natura” per la tutela della biodiversità

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Alla plenaria, a Strasburgo, approvato il provvedimento che introduce nuovi obblighi per il ripristino, entro il 2030, della biodiversità sul 20% delle aree terrestri e marine a livello europeo, quindi entro il 2050 su tutte le aree ove sarà necessario. La proposta di rigetto, che era stata avanzata dal Partito Popolare, è stata bocciata con 324 voti contrari, 312 favorevoli e 12 astenuti

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Dopo una lunga serie di aggiustamenti, il provvedimento è stato approvato con 336 voti a favore (di cui 21 del Ppe), 300 contrari e 13 astenuti.

Obiettivi vincolanti per aree terrestri e marine

La “legge natura” mira a imporre agli Stati europei obiettivi vincolanti per il ripristino delle aree terrestri e marine danneggiate dall’inquinamento o dallo sfruttamento intensivo. Tuttavia, sono state introdotte molte flessibilità ed esenzioni. Il Parlamento ha aggiunto anche la possibilità di rinviare gli obiettivi in caso di circostanze eccezionali. L’orizzonte è comunque arrestare il declino della biodiversità. Secondo Bruxelles, lo stato di oltre l’80% degli habitat naturali dell’Ue è “cattivo o mediocre” (torbiere, dune e praterie in particolare). Si chiede quindi ai Ventisette di introdurre misure di ripristino entro 7 sette anni sul 20% delle aree terrestri e marine a livello europeo, quindi entro il 2050 su tutte le aree ove sarà necessario.

I sostenitori: una vittoria per il Pianeta

Secondo gli ambientalisti la versione uscita dal voto è stata snaturata dalle modifiche, annacquata rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea. A livello politico emerge l’inedita unità tra S&d e i partiti a sinistra, con l’aggiunta dei liberali. Popolari e destra parlano di una legge “ideologica che danneggerà l’economia”, e che colpirà agricoltori e pescatori. Dalla parte opposta dello schieramento parlano di “una vittoria per il Pianeta, un passo per il futuro dell’Europa”. In Italia, la segretaria del Pd, Elly Schlein ha commentato che Il Pnrr dovrebbe servire proprio ad accompagnare la transizione ecologica. È fallito miseramente il tentativo portato avanti dai popolari e dalla destra di fermare un pilastro del green deal.