Ucraina e Nato più vicine, nessuna road map per l’adesione di Kyiv

Vatican News

A Vilnius la seconda giornata del vertice dell’Alleanza Atlantica e la prima riunione del Consiglio Nato-Ucraina. Nessun impegno formale sull’ingresso dell’Ucraina prima della fine della guerra, ma dai Paesi G7 fornite garanzie sulla sicurezza del Paese invaso dalla Russia, in quali continueranno a fornire armi e sostegno economico. Caracciolo (Limes): l’Occidente aiuta Kyiv ma non intende entrare in guerra. Bressan (Lumsa): rafforzati i legami politici

Marco Guerra – Città del Vaticano

“L’Ucraina è vicina alla Nato come prima d’ora”. Ad affermarlo è il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg, in conferenza stampa congiunta tenutasi nella tarda mattinata di martedì 12 luglio con il presidente ucraino Volodymir Zelensky, un punto con i media che ha preceduto il Consiglio Nato – Ucraina che si svolge questo pomeriggio.

Zelenski: garanzie di sicurezza sono una vittoria importante

“La cosa più urgente ora”, ha spiegato Stoltenberg, “è assicurare abbastanza armi all’Ucraina”, come hanno annunciato già Francia e Germania, che garantiranno un’ulteriore fornitura di missili a lungo raggio. “Dai colloqui di oggi capisco che le condizioni necessarie per l’ingresso nella Nato saranno raggiunte solo quando ci sarà la pace”, ha replicato Zelensky, “perché nessuno vuole una guerra mondiale ed è comprensibile, ma abbiamo bisogno di segnali”. Segnali che arriveranno dai Paesi del G7 presenti al vertice, in attesa di rilasciare una dichiarazione su come gli alleati, attraverso accordi bilaterali di sicurezza, sosterranno l’Ucraina nei prossimi anni e la aiuteranno nel difendere la propria sovranità territoriale. Un vittoria importante, ma che non sostituisce l’ingresso nella Nato ha ribadito Zelensky, mentre il Cremlino fa sapere che le garanzie di sicurezza offerte dai Paesi del G7 all’Ucraina violano la sicurezza della Russia.

Biden: futuro dell’Ucraina è nell’allenza

Al termine del summit Nato ha parlato anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, affermando che “tutti gli alleati concordano che l’Ucraina sarà un giorno nella Nato”. “Io e Zelensky abbiamo parlato delle garanzie che possiamo dare nel mentre – ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca – e ringrazio i leader del G7 per le garanzie di sicurezza, aiuteremo l’Ucraina a costruire una forte difesa, in modo che sia una fonte di stabilità nella regione”. Secondo Biden “oggi i membri del G7 lanciano una dichiarazione congiunta che chiarisce che il nostro sostegno durerà nel futuro”. “Questo – ha detto ancora Biden – apre un processo per cui ognuna delle  nostre nazioni, e ogni altra nazione che voglia farlo, negozierà  impegni bilaterali di sicurezza a lungo termine nei confronti  dell’Ucraina. La aiuteremo a costruire una difesa forte e capace in terra, in aria e in mare, per cui sarà una forza per la stabilità della regione e farà deterrenza contro ogni minaccia”.

Bressan (Lumsa): Nato guarda anche al contenimento della Cina

“Èun summit che pur non indicando una chiara road map per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato di fatto presenta un pacchetto di pre-condizioni fondamentali, un programma per garantire la inter-operabilità tra forze ucraine e forze nato, il rafforzamento dei legami politici e soprattutto un processo di adesione che sarà facilitato”, spiega a Vatican News il professor Matteo Bressan, docente Studi Strategici e Relazioni Internazionali presso la LUMSA Master School. Bressan fa notare che Zelensky ha preso atto che l’articolo 5 non consente all’Ucraina di entrare ora perché implicherebbe l’entrata in guerra di tutti gli altri Paesi membri. Il professor Bressan, che lavora anche come analista per la Nato Defense College Foundation, si sofferma poi sulla presenza al summit dei leader di Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda, che dà la portata di una Nato che guarda alla sicurezza dell’Indopacifico perché è consapevole che questa ha impatti globali. “Si sta affermando all’interno dell’Allenza un atteggiamento che guarda alla Cina in un’ottica di contenimento”.

Ascolta l’intervista al prof. Matteo Bressan

Caracciolo (Limes): l’esito del vertice è un prolungamento della guerra

“Può sembrare brutale come affermazione ma di fatto la Russia ha un ‘diritto di veto’ sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato” sostiene, invece, sempre con Vatican News Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes. “Se la guerra non finisce Kyiv non potrà aderire all’Alleanza – spiega – quindi Mosca potrebbe decidere di portare avanti il conflitto e in quel caso l’ingresso dell’Ucraina non accadrà mai”. Secondo Caracciolo, gli esiti del vertice di Vilnius sono “abbastanza scontati” infatti “hanno provocato l’irritazione ucraina”. Il direttore di Limes ritiene che il sostegno militare dell’Occidente continuerà anche se non è possibile prevedere “quanto sarà decisivo” perché “non basta armare l’Ucraina per battere la Russia”, dunque ci sarà sicuramente un “prolungamento del conflitto”. Caracciolo infine sottolinea che l’evento più importante del vertice di Vilnius è la presenza dei leader asiatici, che sancisce un’alleanza tra potenze occidentali e orientali per contenere la Cina.

Ascolta l’intervista a Lucio Caracciolo