Tiziana Campisi – Città del Vaticano
“Ci auguriamo che la sua visita alla nazione sensibilizzi l’opinione pubblica in merito alla presenza dei cristiani in Iraq”: è quanto dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) monsignor Bashar Warda, arcivescovo caldeo di Erbil a proposito visita apostolica in Iraq di Papa Francesco in programma dal 5 all’8 marzo.
Far conoscere i cristiani iracheni al mondo
“Il rispetto da parte del popolo iracheno nei confronti di questa comunità crescerà – aggiunge il presule – La gente in Iraq sa poco di noi. Speriamo si rendano conto che non siamo ospiti bensì abitanti originari del Paese”. Monsignor Warda sottolinea inoltre l’importanza dell’incontro del Pontefice con il capo degli sciiti, il Grande Ayatollah Ali Al Sistani, previsto il 6 marzo. “L’Iraq ha una maggioranza sciita. Al Sistani è notoriamente considerato un uomo di pace che condanna la dilagante corruzione della nazione – spiega l’arcivescovo caldeo di Erbil -. L’incontro fra le due personalità avrà certamente un impatto positivo sull’idea che gli sciiti hanno di noi cristiani”. Ad Acs monsignor Warda non nasconde poi le difficoltà della visita e riferisce che “alcuni religiosi fondamentalisti stanno assumendo sui social media un atteggiamento ostile nei confronti del viaggio del Papa”, che “qualsiasi cosa provenga dall’Occidente viene da loro considerata una crociata” e che “per questa gente il Papa è il re dei crociati che arriva nel Paese come missionario”. I giovani iracheni, invece, prosegue l’arcivescovo caldeo di Erbil, hanno un’idea diversa di Francesco, perché “hanno notato quanto spesso e con quanta compassione il Papa ha parlato della situazione della Siria e dell’Iraq”.
Tra sicurezza e restrizioni per la pandemia
Dopo la sconfitta militare del sedicente Stato Islamico, con l’aiuto dei benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre, decine di migliaia di cristiani sono tornati nelle loro case, abbandonate nel 2014 a causa dell’aggressione dei jihadisti. Acs ha sostenuto la minoranza cristiana sia durante l’esilio sia nella fase di ricostruzione delle abitazioni con finanziamenti di oltre 48 milioni di euro. Monsignor Warda rimarca che i cristiani vorrebbero che il Papa visitasse un numero maggiore di luoghi, ma che capiscono le problematiche legate alla pandemia. Il numero delle infezioni, infatti, è nuovamente aumentato, sia a Baghdad che ad Erbil, e per questo alla Messa nello stadio di Erbil – durante la quale sarà esposta la statua della Vergine di Karemlesh danneggiata dai terroristi del sedicente Stato Islamico – è stata prevista la partecipazione di 10mila persone, sebbene la capienza sia di 30mila posti. Infine, circa la cooperazione delle autorità della regione autonoma curda per l’arrivo di Francesco, il presule afferma che tali autorità “stanno trattando la sicurezza del Papa in modo molto serio, attraverso l’impiego di 10mila addetti alla sicurezza” e informa che i media “trasmetteranno gli eventi in alta definizione”.