Francesco, dopo la recita del Regina Caeli, dedica le sue prime parole all’autore de “I promessi sposi”, nel 150.mo anniversario della morte, definendolo “una delle figure più alte della letteratura”, che nel suo capolavoro descrive poveri e sofferenti come “sostenuti anche dalla vicinanza dei pastori fedeli della Chiesa”
Alessandro Di Bussolo – Città di Vaticano
“Cantore delle vittime e degli ultimi”: così Papa Francesco definisce lo scrittore Alessandro Manzoni, del quale lo scorso 22 maggio si è commemorato il 150° anniversario della morte, nelle prime parole dopo la recita del Regina Caeli di questa domenica. E lo qualifica “una delle figure più alte della letteratura”. Nelle opere del grande romanziere lombardo, autore de I promessi sposi, spiega il Papa le vittime e gli ultimi “sono sempre sotto la mano protettrice della Provvidenza divina, che ‘atterra e suscita, affanna e consola’”. E inoltre “sono sostenuti anche dalla vicinanza dei pastori fedeli della Chiesa, presenti nelle pagine del capolavoro manzoniano”.
“Ho letto I promessi sposi tre volte, mi ha dato tanto”
Francesco, il 19 agosto 2013, qualche mese dopo la sua elezione, nell’intervista rilasciata ad Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, affermava: “Ho letto il libro I promessi sposi tre volte e ce l’ho adesso sul tavolo per rileggerlo. Manzoni mi ha dato tanto. Mia nonna, quand’ero bambino, mi ha insegnato a memoria l’inizio di questo libro: ‘Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti’”.
Francesco e le citazioni del Manzoni
Il 14 gennaio 2014, ricevendo in udienza il vescovo Anthony Palmer, responsabile ecclesiastico internazionale delle Chiese Evangeliche Episcopali, il Papa ha registrato un piccolo videomessaggio in cui riferendosi all’unità dei cristiani affermava: “Dice uno scrittore italiano famoso, il Manzoni, in un romanzo, un uomo semplice del popolo dice questa frase: ‘Non ho trovato mai che il Signore abbia incominciato un miracolo senza finirlo bene’”. E nell’udienza generale del 27 maggio 2015 dedicata ai fidanzati, evocando I promessi sposi, raccomandava: “Voi italiani, nella vostra letteratura avete un capolavoro sul fidanzamento. È necessario che i ragazzi lo conoscano, che lo leggano”.