Il presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici internazionali presenta l’appuntamento che si terrà a Quito dall’8 al 15 settembre 2024: “La celebrazione nel Paese latinoamericano in occasione dei 150 anni della consacrazione al Cuore di Gesù. Sarà un modo per risvegliare energie spirituali e richiamare la Chiesa cattolica a interrogarsi e favorire l’evangelizzazione”
Renato Martines – Città del Vaticano
Un evento di fraternità, per un Paese come l’Ecuador dove il popolo e la Chiesa che affrontano molteplici difficoltà, che sarà occasione di ricordare anche al mondo l’importanza del mistero dell’Eucarestia, sacramento che permette di “riconoscerci figli del Padre e quindi fratelli tra di noi”. Così padre Corrado Maggioni, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici internazionali, presenta il Congresso Eucaristico Internazionale (IEC2024) che avrà luogo a Quito, in Ecuador, dall’8 al 15 settembre 2024. Nei giorni scorsi sono stati presentati il logo e l’inno dell’evento, illustrati anche oggi, 24 maggio, nella Sala Stampa vaticana in un meeting point al quale era presente, oltre a Maggioni, anche l’arcivescovo di Quito Alfredo José Espinoza Mateus, anche presidente del Comitato Locale.
Padre Maggioni, da Budapest all’Ecuador, qual è il motivo della scelta di Quito come sede del Congresso Eucaristico?
Il motivo che ha ispirato i vescovi a candidare il Paese per ospitare l’evento del 2024 è il 150.mo anniversario della consacrazione dell’Ecuador al Cuore di Gesù. Questo motivo è parso alla Conferenza Episcopale un modo per risvegliare energie spirituali e richiamare la Chiesa cattolica a interrogarsi e anche manifestare, favorire, l’evangelizzazione, muovere il tessuto ecclesiale e non solo. Quindi è stata presentata la candidatura al Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici internazionali, il quale, a sua volta, l’ha presentata al Santo Padre che l’ha approvata. L’annuncio è stato dato qualche mese prima del Congresso Eucaristico di Budapest.
L’Ecuador è un Paese che sta soffrendo moltissimo a livello sociale, come altre regioni dell’America Latina. Ci giungono notizie di rivolge in carcere e altri disordini. Voi avete scelto come tema quello della fratellanza, quale messaggio si vuole mandare alla Chiesa e al popolo dell’Ecuador così sofferente?
Il tema è “Fraternidad para sanar el mundo – Fraternità per sanare il mondo”, illuminato dalla frase di Gesù nel Vangelo: “Voi siete tutti fratelli”. È un tema molto attuale per loro, soprattutto per la Chiesa, equo anche dell’enciclica Fratelli tutti. Nel contesto vissuto dall’Ecuador, come pure in altri Paesi, con la difficoltà a tessere relazioni fruttuose a livello sociale, politico, culturale, questo tema è di fondamentale importanza. Ed è il tema eucaristico per eccellenza, perché la celebrazione dell’Eucarestia ci aiuta a riconoscerci figli del Padre e quindi fratelli tra di noi.
Qual è il significato della presenza di Cristo nel sacramento dell’Eucarestia in questa Chiesa particolare e anche per la Chiesa universale, impegnata nel cammino sinodale?
L’Eucarestia è la garanzia della comunione con Cristo. Non possiamo dire di vivere in Cristo e che Cristo vive in noi senza passare per la celebrazione dell’Eucarestia. Il mistero eucaristico rende contemporaneo Cristo a noi e noi a Lui. Allora, se oggi siamo chiamati ad essere il corpo vivente oggi nel mondo per far lievitare ciò che non ha la logica di Dio, l’Eucarestia è la strada maestra, anzi, una trasfusione di vita da Cristo, figlio universale, a fratello universale.
Cosa si prevede ora per la preparazione del Congresso Eucaristico?
Intanto ieri, 23 maggio, si è svolto il Consiglio di presidenza del Comitato e l’arcivescovo di Quito e la sua delegazione hanno partecipato per presentare il logo e l’inno. Poi, stiamo elaborando un testo base per le tematiche del Congresso e per la fase preparatoria che interesserà tutte le Diocesi dell’Ecuador e anche tutti gli altri Paesi. Il settembre prossimo, a Quito, infine, si terrà la riunione dei delegati nominati dalle varie Conferenze Episcopali per formulare la programmazione e la comunicazione.