L’appello di Francesco dopo la preghiera del Regina Coeli per la grave situazione in Sudan: stop alla guerra. Vicinanza al martoriato popolo ucraino
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Al termine della preghiera del Regina Coeli dalla finestra del Palazzo Apostolico il primo pensiero di Francesco va al Sudan: “E’ triste, ma ad un mese dallo scoppio delle violenze la situazione continua ad essere grave”. Il Pontefice incoraggia “gli accordi parziali”, e rinnova “un accorato appello affinché siano deposte le armi”.
Prevalga il dialogo
Quindi l’appello alla comunità internazionale affinchè non sia risparmiato alcuno sforzo “per far prevalere il dialogo e alleviare la sofferenza della popolazione”. Il Vescovo di Roma esorta quindi: “Per favore non abituiamoci ai conflitti e alle violenze! Non abituiamoci alla guerra per favore! E continuiamo a stare vicino al martoriato popolo ucraino”.
Cessate il fuoco e tregua umanitaria
In Sudan ieri l’esercito e le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) hanno concordato un cessate il fuoco e una tregua umanitaria di sette giorni. La notizia anticipata ieri sera è stata confermata da Stati Uniti e Arabia Saudita in una dichiarazione congiunta dopo i colloqui a Gedda. L’accordo entrerà in vigore 48 ore dopo l’intesa, ovvero alle 21,45, ora locale, di lunedì 22 maggio. Tuttavia finora, dallo scoppio degli scontri tra le due fazioni al potere lo scorso aprile che hanno causato centinaia di vittime, le due parti avevano in passato trovato un’intesa sulla protezione dei civili e sull’assistenza umanitaria alle persone colpite dal conflitto, ma simili cessate il fuoco sono stati disattesi. Secondo il iDipartimento di stato Usa lo stop alle armi “potrebbe essere esteso con l’accordo delle parti”.
I rappresentanti del capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhan e del suo ex vice, divenuto rivale, Mohamed Hamdan Daglo, hanno giurato di non cercare alcun vantaggio militare prima che la tregua entri in vigore alle 21:45 ora di Khartum (stessa ora in Italia) del 22 maggio.