Il segretario di Stato a margine di un evento alla Camera dei Deputati: “La Santa Sede vuole arrivare veramente a chiarire, lo dobbiamo alla mamma che soffre molto”. Sul viaggio del Papa in Ungheria, Parolin afferma che sarà “una nuova occasione per cercare di favorire la pace”
Vatican News
L’intento della Santa Sede è di “chiarire”: “Credo che lo si debba innanzitutto alla mamma” che “soffre molto”. Con queste parole – condivise con i giornalisti a margine di un evento alla Camera dei Deputati – il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, assicura l’impegno della Santa Sede nel portare avanti le indagini, riaperte a gennaio a scorso, su Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa a 15 anni nel 1983.
Volontà di chiarire
Il porporato viene sollecitato dall’agenzia Ansa sui recenti sviluppi del caso, dopo le dichiarazioni in diretta tv del fratello della giovane, Pietro Orlandi, su presunti comportamenti inadeguati di San Giovanni Paolo II definite da Papa Francesco “illazioni offensive e infondate”. Per riferire, in qualità di testimone, in merito alle fonti delle informazioni riguardanti Wojtyla e più in generale sul caso della ragazza scomparsa, il 15 aprile era stata convocata il 15 aprile dal Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, la legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, la quale ha scelto di opporre il segreto professionale e dunque si è rifiutata di riferire da chi lei e Pietro Orlandi abbiano raccolto le “voci” sulle abitudini del Pontefice polacco. A riguardo, Parolin oggi ha detto: “Siamo molto sorpresi che non vi sia stata collaborazione perché questo avevano chiesto: allora perché adesso tirarsi indietro in maniera così brusca? Non capisco… Il nostro intento è quello di arrivare veramente a chiarire”.
Migliori intenzioni
“Ho visto che ci sono state anche critiche all’iniziativa del Papa”, ha aggiunto Parolin, in riferimento alle indagini che Francesco ha voluto riaprire per fare luce sul caso dopo quarant’anni. “L’idea della Santa Sede – ha sottolineato il Segretario di Stato – è proprio quella di arrivare al chiarimento, vedere quello che è stato fatto nel passato sia da parte italiana che da parte vaticana e vedere se c’è qualcosa ancora che si può fare di più sempre con questo scopo, arrivare a chiarire, credo che lo si debba innanzitutto alla mamma” che “soffre molto, lo facciamo con le migliori intenzioni”.
L’importanza della pace
Rispondendo alle altre domande dei cronisti, il cardinale ha lodato l’iniziativa del villaggio sociale di Rondine Cittadella della Pace “perché si tratta di dare vita a iniziative che possono veramente produrre pace”. Auspicio del segretario di Stato è “che ci siano davvero dei gesti concreti”: “Rondine – ha detto – lo sta facendo da tanti anni, soprattutto per avvicinare i cosiddetti ‘nemici’, per aiutare a comprendersi e accettarsi nelle reciproche differenze. Speriamo che queste iniziative si moltiplichino in questo mondo”.
Il viaggio del Papa in Ungheria
Sempre sul tema della pace, Parolin ha spiegato che l’imminente viaggio del Papa in Ungheria di fine aprile non ha un diretto riferimento al conflitto in Ucraina, ma sarà una occasione per ribadire l’appello alla fine della guerra. “Di per sé la visita era già programmata da tempo, non si inserisce direttamente nella problematica odierna”, ha chiarito il cardinale. “Penso che il Papa, come fa sempre, approfitterà di questa visita per cercare di vedere se ci sono possibilità di arrivare a qualche passo verso la pace, vista anche la posizione dell’Ungheria nella comunità internazionale. Può essere un aiuto in questo senso…”. Dunque, ha ripetuto il porporato, “non c’era una cosa specifica, nel senso di dire ‘andiamo per questo’, ma certamente si approfitterà di qualsiasi occasione per cercare di favorire la pace”.