Francesco ha ricevuto in udienza i membri della Fondazione spagnola “Madre de la Esperanza de Talavera de la Reina” che assiste disabili intellettivi: “Nella nostra piccolezza siamo missionari dell’amore. Portate Gesù agli altri, anche se non ve ne rendete conto, con i vostri gesti, canti e preghiere”
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
La fondazione “Madre de la Esperanza de Talavera de la Reina” è nata nel 1973, su impulso dell’arcidiocesi di Toledo, per assistere le persone con disabilità intellettiva in tutte le fasi della loro vita. Ricevendo in Vaticano i membri di questa associazione, Papa Francesco ha ricordato che lo scorso 6 aprile, dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, è stata rievocata la passione di Gesù con la Via Crucis, nella chiesa di Santa María la Mayor “La Colegial”, alla quale hanno preso parte persone con varie forme di disabilità intellettiva.
Portare Gesù agli altri
Il cammino della vita, ha detto il Papa, è come questa Via Crucis organizzata dalla fondazione “Madre de la Esperanza de Talavera de la Reina”: “Da un lato bisogna preparare tante cose, ascoltare, imparare, sperimentare; in definitiva, aiutarsi gli uni gli altri, avendo molto spesso l’umiltà di riconoscere che non possiamo fare da soli”. Poi, aggiunge Francesco, bisogna chiedere al Signore “il coraggio di uscire nelle strade, portando la sua immagine affinché tutti lo possano contemplare”. “E così – ha affermato il Papa nel suo discorso – portate Gesù agli altri, anche se non ve ne rendete conto, con i vostri gesti, con i vostri canti, con le vostre preghiere”. Ed è bello, ha aggiunto Francesco, che, nella piccolezza, si può essere testimoni di Gesù, “missionari del suo amore”.
Il lavoro di squadra
Il Papa ha poi sottolineato che nella vita, come nella Via Crucis organizzata da “Madre de la Esperanza de Talavera de la Reina”, tutti hanno un compito.
Gesù ci guarda e si rallegra del nostro sforzo e dell’amore che siamo capaci di trasmettere. Alcuni di voi sono artisti, fanno vere opere d’arte, che poi si vendono. Essere capaci di guadagnarsi da vivere è importante, perché ogni operaio merita uno stipendio, ma credo che il beneficio del vostro lavoro sia ancora più grande per quanti ricevono questi piccoli oggetti, magari in dono, e vedono tutto l’affetto che siete stati capaci di mettere nel fabbricarli. Quanto sarebbe importante che nel lavoro di ogni persona fossimo capaci di vedere tutta la volontà di imparare, la pazienza dei suoi maestri nell’insegnare, il lavoro di squadra che è capace di far sì che le diverse capacità di ognuno convergano in un risultato finale che è di tutti.
Con Gesù si possono fare tante cose buone
Papa Francesco ha poi fatto riferimento ad una foto della Via Crucis, organizzata dalla fondazione, in cui si vede “Gesù prigioniero”:
In quell’immagine Gesù ha le mani legate e una croce ricamata in un piccolo scapolare. Gesù si veste così perché ci rendiamo conto che molti fratelli e sorelle che stanno accanto a noi non si sentono capaci di fare le cose come gli altri, e credono di avere le mani legate. Ma non è vero, insieme, con Gesù, possiamo fare tante cose buone. In tal modo voi siete le mani di Gesù, quando lavorate uniti. Siete anche i suoi piedi, la sua voce, il suo Cuore, quando uscite a condividere con gli altri la gioia di averlo incontrato.
“Gesù è venuto nel mondo – ha concluso il Papa – per indicarci il cammino del cielo, per aprirci le sue porte, e questa è la grande gioia che celebriamo nella resurrezione: siamo liberi di fare il bene, di camminare insieme verso questa meta”.