Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
La principale sfida per la comunità internazionale è oggi quella della lotta alla pandemia, ma ci sono tante altre questioni gravi e importanti che richiedono una comunanza di intenti proprio per rendere più efficaci le soluzioni da adottare. Il mondo, mai come oggi, è chiamato a mettere da parte le recenti contrapposizioni e la mera difesa degli interessi particolari, per lasciare il passo al dialogo. Il multilateralismo, auspicato e proposto dal neopresidente americano, Joe Biden, al recente vertice G7 svoltosi in videoconferenza, secondo Agostino Giovagnoli, docente di Storia Contemporanea all’Università Cattolica di Milano, è la strada da perseguire che fa ben sperare in una rivitalizzazione dell’attività delle organizzazioni internazionali messe da parte negli ultimi anni. L’alleanza transatlantica è tornata, ha detto Biden, un impegno confermato dal comunicato dei leader del G7 che definiscono il 2021 un punto di svolta.
Riallacciare il dialogo con l’Iran
Una delle priorità decisive, afferma Giovagnoli, è la questione nucleare legata all’Iran. Il timore che Teheran si doti dell’arma atomica deve essere affrontato sviluppando intensi contatti diplomatici. Gli Stati Uniti, secondo Biden, devono quindi fare un passo indietro rispetto alla decisione unilaterale degli anni scorsi di uscire dagli accordi con la Repubblica islamica. Tra le cose difficili, sottolinea il docente di Storia Contemporanea, questa sembra la questione meno impossibile. Si tratta solo di stabilire un’efficace mediazione, che può essere quella europea.
Parola d’ordine: eliminare il coronavirus
Una politica multilaterale, secondo Agostino Giovagnoli, è auspicabile soprattutto per fronteggiare quella che oggi è la ‘sfida delle sfide’: la pandemia di coronavirus e la fornitura a tappeto dei vaccini in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi più poveri. Dal G7 è venuto un impegno economico importante, cioè lo stanziamento di 7 miliardi e mezzo di dollari per portare le misure anti Covid-19 soprattutto nei Paesi più in difficoltà.
Una stretta cooperazione per tutelare l’ambiente
Anche sulla sfida ambientalista, afferma Giovagnoli, sembra esserci stata una virata in positivo. Proprio Joe Biden ha annunciato il ritorno degli Stati Uniti negli accordi di Parigi sulla salvaguardia del clima, da cui il suo predecessore alla Casa Bianca, Donald Trump, era uscito. Questa decisione del presidente americano sono una buona notizia in vista del prossimo vertice sul clima di Glasgow, in cui si vedrà se le buone intenzioni saranno in grado di produrre veramente effetti concreti. Comunque, conclude Giovagnoli, è importante che la comunità internazionale, grandi potenze e altri Paesi, possano trovare delle convergenze sui temi importanti, altrimenti si correranno grossi rischi.