Sono 142 le amministrazioni comunali in Italia, appartenenti ad undici regioni, che hanno creduto nella famiglia come volano di sviluppo ed opportunità. Un modello vincente che nasce più di dieci anni fa nella Provincia Autonoma di Trento, e che dal 2017 è diventato un Network nazionale. Il presidente Cei, il cardinale Matteo Zuppi: “Questa iniziativa dimostra che si può mettere la famiglia al centro”
Marina Tomarro – Città del Vaticano
Una rete di oltre 142 Comuni che si collegano tra loro per favorire nelle comunità lo sviluppo di buone pratiche di politiche a favore delle famiglie: azioni di mutuo aiuto familiare, percorsi di collaborazione, solidarietà e sostegno reciproco in un rapporto di co-progettazione tra famiglie e istituzioni locali. Vuole essere questo il Network dei Comuni amici della famiglia, fondato nel 2017 dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Comune di Alghero e dall’Associazione nazionale famiglie numerose, e presentato in un convegno a Roma, alla Pontificia Università della Santa Croce sul tema “Comuni amici della famiglia. Un’esperienza concreta a sostegno delle famiglie”.
Zuppi: dalla famiglia inizia il futuro
Un modello di eccellenza nato una decina di anni prima nelle comunità trentine, ma che nel giro di pochi anni ha varcato i confini provinciali, diventando un esempio da seguire anche per altre regioni italiane, dove sono state introdotte politiche di benessere familiare e di sostegno alla natalità. “Questa iniziativa – spiega il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che ha partecipato all’incontro – dimostra che si può fare: che i Comuni possono prendere delle decisioni, mettendo la famiglia al centro. Io credo in un concetto più grande: imparando sempre ad allearsi e non andando ognuno per conto proprio. Credo sia sempre una indicazione utile che la famiglia sia protetta, perché è da li inizia il futuro”. Il porporato ha poi sottolineato: “Non servono dei provvedimenti opportunistici, ma una grande visione e poi ci vuole la passione, ma questo dipende un po’ anche da ognuno di noi. Sulla natalità il problema è di trovare le garanzie” e valorizzare “il senso della vita da trasmettere”.
Un Network formato da esperienze di vita vera
Attualmente in Trentino sono più di cento i comuni Amici della famiglia, all’interno dei quali vive il 90% della popolazione. E questo modello ha varcato anche i confini nazionali, arrivando in Europa grazie al coinvolgimento della Confederazione Europea delle famiglie numerose. “Siamo molto orgogliosi di questo Network. Ad oggi sono oltre 4 milioni le persone che nel Paese vive in comuni certificati o aderenti alla rete – ha dichiarato Maurizio Fugatti presidente della Provincia autonoma di Trento. Centro nevralgico del Network è la rete di scambio e confronto di esperienze e di buone pratiche tra le amministrazioni comunali e le organizzazioni private che, unite, hanno sposato questa metodologia di lavoro nell’atto di adesione alla rete. Una metodologia che intende generare politiche familiari partendo dal dialogo tra elementi unitivi e non divisivi.”
Famiglia: risorsa preziosa per la società
L’obiettivo del Network è favorire lo scambio delle buone prassi tra i Comuni e consentire a giovani e famiglie di realizzare i propri progetti di vita, aspetto fondamentale in questo drammatico momento di declino demografico. “Iniziative come questa – spiega Alfredo Caltabiano Presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose – possono sicuramente dare una mano all’incremento demografico che in questo momento è davvero molto in crisi. Questo progetto sicuramente è rivolto ai giovani che per mettere su famiglia devono avere due elementi certi: un lavoro stabile e una casa. Partendo da qui possono riacquistare la fiducia verso il futuro e pensare di formare una nuova famiglia” . Famiglia che nel Network viene considerata non un costo, ma al contrario una risorsa preziosa da valorizzare per il suo ruolo attivo e generativo di risorse relazionali, sociali, educative ed economiche importanti per la società e per l’economia dell’intera comunità.