L’ultima giornata di lavori al Palazzo di Vetro di New York produrrà il documento finale dell’evento, ispirato all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
Edoardo Giribaldi – New York
Al termine di tre giorni di discussioni e dialoghi, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite concluderà la Conferenza sull’Acqua 2023 con la pubblicazione della Water Action Agenda, che conterrà le nuove politiche ed interventi in materia di acqua.
Un decennio di azione
La chiusura della Conferenza avviene nella giornata dedicata al tema “Water Action Decade”, che si concentra sull’attuazione degli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. A tale riguardo, un gruppo di esperti ONU collegato al UN University Institute of Water Environment and Health ha pubblicato un rapporto sullo stato della sicurezza idrica nel mondo. Il documento riporta statistiche allarmanti, sostenendo come la comunità globale sia “ben lontana dal raggiungere la disponibilità di acqua pulita e servizi igienico-sanitari per tutti, noti come parte del sesto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile.”
Sicurezza idrica
Charlotte MacAlister, principale autrice del rapporto e ricercatrice senior in tema di sicurezza idrica presso l’UNU INWEH, sottolinea come “senza la sicurezza idrica, i Paesi sono semplicemente incapaci di sostenere gli ecosistemi di acqua dolce, i mezzi di sussistenza e il benessere umano”. Una delle principali questioni sollevate dal rapporto riguarda la falsa convinzione per cui un’abbondante “disponibilità di acqua non garantisca necessariamente la sicurezza idrica”. È il caso di diversi Paesi in Africa, in America, e nell’area Asia Pacifica, che presentano abbondanti riserve d’acqua dolce e che, tuttavia, hanno alti tassi di decessi attribuiti ad un acceso limitato alle risorse, alla scarsa qualità dell’acqua e ad un suo basso valore economico, oltre a “perdite economiche potenzialmente elevate dovute a inondazioni o siccità”.
L’allarme siccità
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha sollevato il problema della scarsità d’acqua e, nelle parole del Direttore generale Qu Dongyu, della “mancanza di risorse finanziarie adeguate, tempestive e innovative” nell’attuazione di una “gestione proattiva e integrata della siccità.” Partecipando a un evento speciale della Conferenza intitolato “Drought-Fragility-Finance-nexus: gestire il rischio siccità e superare le condizioni di fragilità”, Dongyu ha incoraggiato una maggiore partecipazione del settore privato e una base di conoscenze globali più sviluppata, che renda le decisioni di investimento coerenti con le attuali esigenze dell’umanità. “Non possiamo porre fine alla povertà e alla fame se non riusciamo ad anticipare la curva della siccità,” ha ribadito Dongyu.
“Ispirare sforzi a livello mondiale”
Altre due agenzie delle Nazioni Unite, l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Commissione economica europea delle Nazioni Unite (UNECE), hanno registrato l’impegno di Italia e Kazakistan di aderire al Protocollo su acqua e salute. Il documento, come dichiarato dai due organismi ONU, “non solo darà impulso ad azioni a livello nazionale in materia di acqua, servizi igienici e salute nella regione paneuropea, ma rafforzerà anche lo scambio di esperienze e soluzioni pratiche”. Il suo effetto, tuttavia, non è limitato alla sola Europa. Il protocollo, ha spiegato il Segretario esecutivo dell’UNECE, Olga Algayerova, “può fungere da catalizzatore per rinnovate azioni, ed ispirare gli sforzi a livello mondiale.”