Nella parrocchia di Santa Maria ai Monti, ieri, un pomeriggio dedicato al servo di Dio che ha proposto il concetto di santità come impegno di vita. Il cardinale Angelo De Donatis ha presieduto una liturgia eucaristica e ha benedetto una stele che commemora il presule vissuto nel secolo scorso. A precedere la Messa un dialogo a più voci sulla sua figura
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
“La chiamata universale alla santità altro non è che la piena coscienza, consapevolezza, dell’immenso dono unico e personale che abbiamo ricevuto nel battesimo”: questo comprese Guglielmo Giaquinta negli anni in cui fu vice parroco della parrocchia romana di Santa Maria ai Monti. Lo ha evidenziato ieri sera il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, che nella stessa parrocchia ha celebrato una Messa per ricordare il fondatore del Movimento Pro Sanctitate, sacerdote che ricoprì diversi incarichi nella capitale e che fu poi vescovo di Tivoli, vissuto nel secolo scorso.
Nella sua omelia, il porporato ha ricordato che il servo di Dio definiva il battesimo “la grande polveriera della santità”, spiegando che “il battesimo contiene in sé tutte le ‘munizioni’, ovvero contiene in sé i doni di grazia per fare esplodere la fede” e “la gioia della conformazione a Cristo Redentore”. “Chiedeva di fare dell’amore il motore della storia, sapendo che la fraternità poggia sull’unicità della grazia di Cristo che ci unifica” ha detto poi di monsignor Giaquinta il cardinale De Donatis che ha infine invitato quanti ne seguono le orme “a tenere sempre vivo e bruciante il carisma Pro Sanctitate”, “ad avere il coraggio della ‘rivoluzione dell’amore’” e a farsi “veri samaritani, convinti che la fraternità in Cristo supera ogni barriera di lingua, popolo o religione”.
Una stele in memoria di monsignor Giaquinta
Al termine della celebrazione il vicario del Papa per la diocesi di Roma ha benedetto una stele in acciaio, ideata da Emanuela Vinciguerra, dedicata a monsignor Giaquinta, dal 2016 sepolto nella chiesa di Santa Maria ai Monti, nella quale è impressa una celebre frase del servo di Dio: “Il santo è il capolavoro di Dio e degli uomini”. L’opera ha la forma, stilizzata, di una mandorla, che nell’iconografia cristiana richiama la figura di Maria, Madre di Gesù, alla quale Giaquinta era particolarmente legato.
A precedere la liturgia il dialogo a più voci “Guglielmo Giaquinta, sacerdote per la santità” promosso dalla postulazione della causa di beatificazione del fondatore del Movimento Pro Sanctitate. All’evento, moderato dalla professoressa Cristina Parasiliti, docente di teologia alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, sono intervenuti il parroco della parrocchia Santa Maria ai Monti, monsignor Francesco Pesce, il decano della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, don Francesco Asti, e monsignor Tarcisio Camilleri, primo fratello generale dell’Istituto degli Apostolici Sodales, i sacerdoti che vivono il loro ministero secondo la spiritualità di Giaquinta, che hanno messo in luce il percorso interiore che ha portato il servo di Dio a diventare apostolo della chiamata universale alla santità.
La storia del Movimento Pro Sanctitate e il suo fondatore
Di origini siciliane, Guglielmo Giaquinta si trasferisce a Roma con la famiglia nel 1925. Ordinato sacerdote il 18 marzo 1939 e nominato qualche mese dopo vice parroco di Santa Maria ai Monti, dedica molto tempo alla direzione spirituale e alle confessioni e si occupa anche della formazione delle giovani dell’Azione Cattolica. Le diverse attività pastorali che lo impegnano gli fanno comprendere che la santità è il desiderio di Dio per ogni persona che Dio stesso mette nel cuore dell’uomo e avvertire la necessità di proporre il concetto di santità come impegno di vita e risposta alle esigenze dell’umanità.
Nel 1947 nasce il primo gruppo di persone che cominciano a dedicarsi all’apostolato della vita spirituale. Due anni dopo don Guglielmo diviene rettore della Chiesa Madonna di Loreto al Foro Traiano, che diventerà la sede delle iniziative del nascente Movimento Pro Sanctitate. Negli anni il Movimento di don Giaquinta cresce dando vita a diverse realtà impegnate nella promozione della santificazione universale. Ordinato vescovo di Tivoli nel 1968, monsignor Giaquinta si spende con passione per la diocesi continuando a seguire il Movimento da lui fondato. Lascia la diocesi nel 1987 lascia a causa delle sue condizioni di salute e muore il 15 giugno 1994. Dieci anni dopo è iniziata la causa per la beatificazione, la fase diocesana si è chiusa il 12 febbraio 2021.