Dare voce alle donne, vittime di abusi e soprusi. Incontrando in Vaticano i partecipanti all’incontro promosso dalla “Strategic Alliance of Catholic Research Universities”, SACRU, e dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, il Papa leva questo appello, condanna la discriminazione delle donne sul lavoro, spesso a causa della maternità, e loda l’eroicità di tante ‘donne della porta accanto’
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Da troppo tempo la donna è il primo materiale di scarto” ed “è usata”, vittima di violenze e soprusi. Francesco pensa alle tante e persistenti discriminazioni sul lavoro, spesso a causa della maternità, al divario retributivo tra i due sessi, ma anche alla eroicità di tante donne anonime della porta accanto, “forza silenziosa dei nostri giorni”. “La diversità – avverte richiamando all’importanza di una maggiore inclusività – non deve mai sfociare in disuguaglianza, ma piuttosto in una grata e reciproca accoglienza”.
Farsi voce delle donne vittime di abuso
L’occasione è offerta al Papa dalla presentazione del volume, di cui Francesco ha curato la prefazione, “Più leadership femminile per un mondo migliore. Il prendersi cura come motore per la nostra casa comune” da parte di circa 90 membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice e della rete tra Università cattoliche SACRU, ricevuti in Sala Clementina.
“Ogni persona va rispettata nella sua dignità e nei suoi diritti fondamentali” ribadisce il Papa pensando al dramma delle violenze sulle donne.
Non possiamo tacere di fronte a questa piaga del nostro tempo: la donna è usata. Ti pagano di meno: e beh sei donna. Poi, guai ad andare con la pancia, perché se ti vedono incinta non ti danno il lavoro, ti mandano a casa. È una delle modalità che, oggi, nelle grandi città si usa: scartare le donne, per esempio con la maternità. È importante vedere questa realtà, è una piaga. Non lasciamo senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite, come queste che ho detto con il lavoro! Facciamoci voce del loro dolore e denunciamo con forza le ingiustizie a cui sono soggette, spesso in contesti che le privano di ogni possibilità di difesa e di riscatto.
Inclusività, un principio sacro
Netto il no da parte del Vescovo di Roma ad ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, come di altre categorie deboli della società. Da qui il richiamo a “camminare insieme” , integrando tutti, “specialmente i più fragili a livello economico, culturale, razziale e di genere”:
Nessuno deve essere escluso: questo è un principio sacro. Infatti, il progetto di Dio Creatore è un progetto «essenzialmente inclusivo», che mette al centro proprio «gli abitanti delle periferie esistenziali» ; è un progetto che, come fa una madre, guarda ai figli come alle dita diverse di una stessa mano.
Donne e bene comune
Insostituibile e innegabile in tal senso secondo il Pontefice il contributo femminile al bene comune: lo dimostrano le donne della Sacra Scrittura, determinanti in momenti decisivi della storia della salvezza; o anche nella storia della Chiesa figure come Caterina da Siena, Giuseppina Bakhita, Edith Stein, Teresa di Calcutta, “impressionanti per determinazione, coraggio, fedeltà, capacità di soffrire e trasmettere gioia, onestà, umiltà tenacia”.
Forza silenziosa dei nostri giorni
Alla mente di Francesco tornano anche tanti esempi di eroicità quotidiana vissuta nel nascondimento, il ricordo va alle tante donne che l’allora padre Bergoglio incontrava sul bus diretto al carcere di Buenos Aires: il novanta per cento delle persone che visitavano il carcere erano donne. Le mamme sono la forza silenziosa dei nostri giorni secondo il Papa che racconta anche la storia di un’altra donna. Era di umili condizioni, senza marito, viveva in una casa piccolissima, e ogni mattina usciva per andare a fare le pulizie. Prima di chiudere la porta rivolgeva gli occhi al figlio addormentato sul letto in sala da pranzo, dopo l’ubriacatura della notte precendente. Lo sguardo quotidiano e costante della mamma ha cambiato con il tempo il cuore di quel ragazzo.
La nostra storia è letteralmente costellata di donne così, sia di quelle famose, sia di quelle ignote – ma non a Dio! – che mandano avanti il cammino delle famiglie, delle società e della Chiesa; tante volte con mariti problematici, viziosi… i figli vanno avanti… Ce ne accorgiamo anche qui, in Vaticano, dove le donne che “lavorano sodo”, pure in ruoli di grande responsabilità, sono ormai molte, grazie a Dio. Per esempio dal momento che la vice-governatrice è una donna, le cose funzionano meglio, qui: molto meglio, molto meglio. E altri posti, dove sono donne, segretarie, il consiglio dell’Economia, per esempio, sono sei cardinali e sei laici: tutti uomini. Adesso è stato rinnovato, due anni fa: un laico e cinque laiche e incominciò a funzionare, perché hanno una capacità diversa: di possibilità di agire e anche di pazienza.
Mente, cuore e mani. Una sintesi al femminile
Allo stesso modo in un momento di profonda trasformazione, di fronte a cambiamenti epocali come quello del progressivo e rapido sviluppo delle intelligenze artificiali, le donne – secondo il Papa – possono aiutare l’umanità a non decadere e hanno tanto da dire attraverso la loro capacità di sintesi dei tre linguaggi di mente, cuore e mani.
È una sintesi propria solo dell’essere umano e che la donna incarna in maniera meravigliosa, come nessuna macchina potrebbe realizzare, perché non sente battere dentro di sé il cuore di un figlio che porta in grembo, non crolla, stanca e felice, di fianco al lettino dei suoi bambini, non piange di dolore e di gioia partecipando ai dolori e alle gioie delle persone che ama.
Francesco ringrazia i partecipanti all’udienza e loda il volume che gli viene presentato, “frutto di una notevole varietà di contributi” e della “collaborazione, finora inedita tra Università sparse nel mondo e una Fondazione vaticana interamente laicale. “Una modalità nuova – evidenzia – in cui la ricchezza di contenuti deriva dall’apporto di esperienze, competenze e modi di sentire complementari”. Multidisciplinarietà, multiculturalità, condivisione di sensibilità diverse sono infatti secondo il Papa “valori importanti non solo per un libro, ma per un mondo migliore”.