Ha preso il via ad Addis Abeba, in Etiopia, l’assemblea continentale del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (SECAM), dove oltre duecento delegati sono riuniti per riflettere sul documento della fase continentale del Sinodo sulla sinodalità
Andrew Kaufa e Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“Comprendere il processo sinodale significa aprire i nostri cuori allo Spirito Santo che ci parla e ascoltarci a vicenda per svolgere meglio la missione della Chiesa”. Le parole dell’arcivescovo Lucio Muandula vicepresidente del SECAM, ieri in apertura dei lavori sintetizzano lo spirito con cui si vive questa fase continentale del Sinodo sulla sinodalità.
Come una famiglia
La prima riunione è stata presieduta dal nuovo presidente del SECAM, il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa e preceduta dalla Messa celebrata da Muandula. “In Africa – ha proseguito quest’ultimo – sappiamo di dover camminare insieme come una famiglia, per ascoltarci l’un l’altro. Ed è quello che Papa Francesco ci ha invitato a fare in questo Sinodo sulla sinodalità “. Il pensiero e la preghiera del presule sono stati rivolti in particolare alla pace, alla stabilità e alla riconciliazione in Nigeria, in un momento in cui il Paese si avvia ad uscire da una consultazione elettorale controversa. Proprio ieri il candidato del partito al governo della Nigeria, Bola Tinubu, è stato dichiarato vincitore e presidente eletto.
Conversazione spirituale
Prendere la parola, fare spazio all’altro e costruire insieme. Sono le tre fasi del metodo di lavoro della “conversazione spirituale” indicato da don Giacomo Costa, consultore della Segreteria generale del Sinodo, ai circa 200 partecipanti, tra cardinali, arcivescovi, vescovi, consacrati, laici, seminaristi, novizi e rappresentanti di altre fedi. “Questo metodo – ha detto il sacerdote – ci aiuta ad ascoltare il contributo dell’altro e ad aprirci allo Spirito Santo che ci offre nuovi modi di guardare alla missione del Vangelo”. Motore di tutto è la preghiera. Inoltre non è messa in discussione l’autorità della Chiesa: questo metodo – ha precisato don Costa – è finalizzato a far convergere insieme le esperienze di tutti per poter partecipare al Sinodo sulla sinodalità”.
Dall’opinione personale alla condivisione
Il focus della conversazione spirituale è dunque sulla persona che si ascolta, su sé stessi e su ciò che si sperimenta a livello spirituale. “Il primo passo – ha suggerito – è partire dal contatto con la realtà in cui viviamo e siamo inseriti: ognuno racconta la propria storia, ciò che accade nel suo cuore”. In seconda battuta i partecipanti sono chiamati “ad interpretare la loro esperienza alla luce della Scrittura per andare al cuore delle loro esperienza”. Il monito è ad andare oltre a ciò che ogni singolo partecipante dirà, a non insistere sul singolo punto di vista: “ciò che ho condiviso deve risuonare insieme a quello che gli altri hanno detto”. Si passa cioè dall’opinione personale al riconoscimento di ciò che si è a chiamati a costruire nella condivisione, insieme.
Dall’io al noi
Don Costa ha quindi indicato una terza fase: trasformati dall’incontro con Gesù risorto ognuno è chiamato a tornare nella propria comunità. Il passaggio che ogni partecipante all’assemblea è chiamato a compiere è, secondo don Giacomo Costa, dall’“io” al “noi”, dalla confusione all’armonia come è avvenuto a Pentecoste. A quel punto si potrà far ritorno alle comunità di provenienza condividendo l’esperienza vissuta.
Discernere insieme
L’apertura ufficiale dei lavori della fase continentale del Sinodo africano è avvenuta oggi. Da segnalare la presenza di molti giovani partecipanti, tra uomini e donne: rappresentano una parte della società che spesso non siede ai tavoli in cui si prendono decisioni importanti. “Il metodo proposto è molto interessante perché promuove l’ascolto di diversi punti di vista e il discernimento insieme “, spiega Georges Pascal Kendema, rappresentante dei giovani del Marocco. Da parte sua, suor Nelenta Ngarndiguimal, rappresentante delle Religiose del Ciad, si dice convinta che con il tempo i delegati entreranno nella metodologia indicata.
La fase continentale del Sinodo sulla sinodalità si chiuderà il prossimo 6 marzo con la celebrazione eucaristica nello Stadio sportivo di Addis Abeba. L’assemblea è la continuazione delle due sessioni di lavoro tenutesi ad Accra, in Ghana, e a Nairobi, in Kenya, per preparare la bozza del documento finale del Sinodo africano. I delegati esamineranno le questioni emerse nel Documento di lavoro per la fase continentale. Al termine dei lavori il Secam fornirà il contributo della Chiesa in Africa alla Segreteria generale del Sinodo di Roma, che sta elaborando l’Instrumentum laboris, documento di lavoro, per la prima sessione dell’Assemblea del Sinodo sulla sinodalità che si svolgerà nell’ottobre 2023 a Roma.