Il Papa: mai negoziare col demonio, opporre alle tentazioni la Parola di Dio

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In questo tempo di Quaresima, segnato da profonde e costanti lotte spirituali, Francesco all’Angelus esorta a superare vizi e cadute ricorrenti nel peccato attraverso la fede e la lettura della Bibbia. Il monito: “difendere l’unità con Dio e tra di noi dagli attacchi del maligno” e dai suoi veleni, come ci insegna Cristo. Al termine la preghiera per le vittime del naufragio; appelli per la fine delle violenze in Terra Santa, Burkina Faso e Ucraina

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

Il diavolo è il “divisore” per antonomasia, il diavolo divide. Come? Attraverso tre potenti “veleni”: l’attaccamento, al denaro, ai beni materiali, a ruoli e posizioni, la sfiducia verso Dio, e ovviamente il potere, la smania di prevalere, il desiderio di schiacciare l’altro pur di emergere. Dalla finestra dell’Angelus, sotto un cielo grigio di pioggia che non scoraggia i fedeli, il Papa, commentando il Vangelo odierno che presenta Gesù nel deserto tentato dal demonio, mette in guardia dalle seduzioni del mondo, dalle innumerevoli cadute che paralizzano la vita cristiana minando soprattutto l’unità. Unità che scaturisce dall’amore e che viene incarnata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo, ma che riguarda e contraddistingue ciascuno di noi nella relazione col prossimo.

Gesù stesso dirà di essere venuto nel mondo per rendere anche noi partecipi dell’unità che c’è tra Lui e il Padre (cfr Gv 17,11). Il diavolo, invece, fa il contrario: entra in scena per dividere Gesù dal Padre e distoglierlo dalla sua missione di unità per noi.

I tre “veleni”: attaccamento, sfiducia, potere

Il maligno tenta Gesù, fiaccato da 40 giorni di digiuno nel deserto e lo fa, spiega il Pontefice, perché sa di trovarlo stanco, “debole”, approfitta cioè della sua condizione umana. Lo sfida, lo istiga, instillando in Lui quei veleni che paralizzano la sua missione di unità.

Anzitutto il veleno dell’attaccamento alle cose, ai bisogni; con ragionamenti suadenti il diavolo prova a suggestionare Gesù: “Hai fame, perché devi digiunare? Ascolta il tuo bisogno e soddisfalo, ne hai il diritto e il potere: trasforma le pietre in pane”. Poi il secondo veleno, la sfiducia: “Sei sicuro – insinua il maligno – che il Padre voglia il tuo bene? Mettilo alla prova, ricattalo! Buttati giù dal punto più alto del tempio e fagli fare quello che vuoi tu”. Infine il potere: “Di tuo Padre non hai bisogno! Perché aspettare i suoi doni? Segui i criteri del mondo, prenditi tutto da solo e sarai potente!”.

Con il diavolo non si discute, non si negozia

“Terribile” è l’azione del demonio eppure questi veleni agiscono anche su di noi, rimarca Francesco, sono cioè “tentazioni diffuse e pericolose, che il diavolo usa per dividerci dal Padre e non farci più sentire fratelli e sorelle tra noi, per portarci alla solitudine e alla disperazione”. Lo ha fatto con Gesù, lo fa con noi, e continuerà a farlo, ma proprio da Cristo capiamo come riuscire a vincere queste tentazioni: nessun dialogo col demonio, nessun tipo di negoziazione o compromesso. Un’unica arma.

Gesù vince le tentazioni. Come? Evitando di discutere col diavolo e rispondendo con la Parola di Dio. Cita tre frasi della Scrittura che parlano di libertà dalle cose (cfr Dt 8,3), di fiducia (cfr Dt 6,16) e di servizio a Dio (cfr Dt 6,13), tre frasi opposte alle tentazioni. Non dialoga con il diavolo, non negozia con lui, ma respinge le sue insinuazioni con le Parole benefiche della Scrittura. È un invito anche per noi: con il diavolo non si discute! Non lo si sconfigge trattando con lui, ma opponendogli con fede la Parola divina. In questo modo Gesù ci insegna a difendere l’unità con Dio e tra di noi dagli attacchi del divisore. E noi abbiamo bisogno di unità!

La Parola di Dio antidoto a vizi e tentazioni

Il Papa ci esorta dunque, a mettere al centro la Parola di Dio, ricorrendo ad essa in ogni lotta spirituale. Di fronte ad un vizio o una tentazione, un aiuto concreto è cercare un versetto nella Bibbia che corrisponda a quel vizio e recitarlo più volte, confidando nella grazia di Cristo.  

Proviamo, ci aiuterà nelle tentazioni perché, tra le voci che si agitano dentro di noi, risuonerà quella benefica della Parola di Dio. Maria, che ha accolto la Parola di Dio e con la sua umiltà ha sconfitto la superbia del divisore, ci accompagni nella lotta spirituale della Quaresima.

Migranti, Terra Santa e Burkina Faso nel cuore del Papa

Al termine della preghiera mariana, Francesco esprime dolore per l’ennesima tragedia del mare avvenuta questa mattina davanti alle coste di Crotone che al momento conta 40 vittime. Preoccupazione anche per una recrudescenza delle violenze in Terra Santa dopo i raid del 22 febbraio, per il Burkina Faso, già attraversato da crisi di vario genere, dove nei giorni scorsi un attacco rivendicato dall’Isis ha causato la morte di circa 50 soldati e provocato la risposta del governo con un raid che ha ucciso 160 terrorirsti. Non è mancato poi il pensiero per le vittime del terremoto in Turchia e Siria e, di nuovo, instancabile l’appello perché cessino le armi in Ucraina. In occasione della Giornata mondiale per le malattie rare ha ricordato il bisogno di cure per questi malati (oltre 300 milioni nel mondo) spesso dimenticati e bisognosi della tenerezza di Dio. Intanto inizieranno oggi pomeriggio gli esercizi spirituali della Curia romana. Anche quest’anno il tradizionale appuntamento quaresimale non si terrà nella Casa Divin Maestro ad Ariccia. Nei giorni scorsi il Pontefice ha infatti chiesto ai suoi collaboratori di ritirarsi personalmente in preghiera dal 26 febbraio al 3 marzo, sospendendo l’attività lavorativa.