Ad oltre una settimana dal sisma si trovano ancora persone sopravvissute al crollo dei palazzi. 35 mile le vittime accertate mentre la Siria apre due valichi al confine con la Turchia per far arrivare gli aiuti internazionali. La preghiera del patriarca ecumenico Bartolomeo
Michele Raviart – Città del Vaticano
A 198 ore dal sisma che il 6 febbraio ha colpito il sud della Turchia e il nord-ovest della Siria sono tre le persone sorprendentemente sopravvissute sotto le macerie. Un uomo è stato estratto vivo dai resti di un palazzo ad Adiyaman, mentre altre due persone, tra cui un ragazzo di 17 anni, sono state ritrovate a Kahramanmaras, vicino all’epicentro. Oltre 35 mila le vittime finora confermate dalle fonti ufficiali, ma è probabile che le cifre aumenteranno in futuro, visto che alcune delle zone colpite non sono state ancora raggiunte dai soccorsi.
Aperti due valichi tra Turchia e Siria
Intanto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha annunciato la decisione del presidente siriano Bashar Al-Assad di aprire per tre mesi agli aiuti umanitari i valichi di Bab-Al-Salam e Al Ra’aa, che collegano la Turchia con il nord-ovest del Paese controllate dai ribelli siriani. “Mentre il bilancio del terremoto continua a salire, fornire cibo, nutrimento, protezione, riparo, provviste invernali e altre forniture salvavita ai milioni di persone colpite è della massima urgenza”, ha ribadito Guterres, che ha sottolineato come “l’apertura di questi valichi, oltre a facilitare l’accesso umanitario, accelerare l’approvazione dei visti e facilitare i viaggi, consentirà l’ingresso di più aiuti, più velocemente”.
Aiuti dall’Iran e dall’Arabia Saudita
Prima del terremoto, infatti, quasi tutti gli aiuti umanitari essenziali per gli oltre quattro milioni di siriani che vivono nel nord-ovest venivano consegnati attraverso il passaggio di Bab al-Hawa, a sua volta danneggiato dal sisma. Finora ad Aleppo e nelle altre aree colpite gli aiuti umanitari sono arrivati via aereo. Circa 30 tonnellate di generi alimentari e latte in polvere per gli sfollati sono stati trasportati dal settimo aereo arrivati in pochi giorni dall’Iran, mentre per la prima volta dall’inizio della guerra civile nel 2011, è arrivato anche un aereo proveniente dall’Arabia Saudita con altre 35 mila tonnellate di cibo.
La preghiera di Bartolomeo per le vittime
Solidarietà al popolo turco è arrivata dal ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen che oggi ha incontrato il presidente turco Erdogan e dalla Grecia, il primo Paese dell’Unione europea a visitare la Turchia dopo il disastro. Il ministro degli Esteri Nikolaos Dendias, ha anche partecipato domenica scorsa alla preghiera che il patriarca ecumenico Bartolomeo ha celebrato con i fedeli nella cattedrale di San Giorgio ad Istanbul per ricordare le vittime del sisma. Bartolomeo ha ricordato i momenti tragici vissuti dalle regioni colpite dal terremoto e ha espresso la sua vicinanza e il suo sostegno paterno, commuovendosi per la solidarietà tra Grecia e Turchia, che non si verificava dal terremoto del 1999 che colpì i due Paesi.