Sinodo, chiude l’Assemblea dei delegati europei: amare la Chiesa oltre i muri e le ferite

Vatican News

A Praga i 200 rappresentanti di 45 Paesi hanno approvato una bozza del documento finale redatto seguendo le indicazioni e i contenuti emersi dai confronti. Poste alcune priorità su ci si impegna ad adoperarsi in un cammino di cui si stanno sperimentando i primi passi, nel proposito di ripetere a cadenze regolari, almeno ogni dieci anni, un incontro simile con vescovi e laici insieme

Antonella Palermo – Praga

Al termine di quattro giorni di ascolto e di dialogo a partire dalle risonanze suscitate dal Documento di lavoro per la Tappa Continentale in seno alle Chiese da cui sono giunti i delegati dell’Assemblea continentale europea, l’assise ha approvato una bozza di sintesi dei lavori finora svolti, nella consapevolezza di aver vissuto una “esperienza profondamente spirituale attraverso il metodo sinodale”.

Un lavoro appassionante non privo di tensioni e domande

Sono stati giorni molto densi, in cui si sono approfondite intuizioni ma anche tensioni ed interrogativi che le Chiese europee si trovano di fronte. Un lavoro definito “ricco e appassionante”, anche se “non privo di problemi e difficoltà” che ha permesso – si legge nel comunicato finale – di guardare negli occhi la Chiesa che è in Europa, con tutti i tesori delle due grandi tradizioni latina e orientale che la compongono. In particolare, l’Assemblea ha sentito “il dolore delle ferite che segnano la nostra storia recente, a partire da quelle che la Chiesa ha inflitto attraverso gli abusi perpetrati da alcune persone nello svolgimento del loro ministero o incarico ecclesiale, per finire – si precisa – con quelle provocate dalla violenza mostruosa della guerra d’aggressione che insanguina l’Ucraina e dal terremoto che ha devastato Turchia e Siria”.

Per le ferite inferte, la Chiesa ha bisogno di chiedere perdono

“La nostra Chiesa è bella, portatrice di una varietà che è anche la nostra ricchezza”, viene sottolineato ancora. E dopo questa iniziativa nel cuore dell’Europa, chi vi ha partecipato sente di amarla ancora più profondamente, “nonostante le ferite che ha inferto, per le quali ha bisogno di chiedere perdono per poter passare davvero alla riconciliazione, alla guarigione della memoria e all’accoglienza delle persone ferite”. Laddove amare la Chiesa, si precisa, non è una forma di semplice sentimentalismo. 

È possibile incontrarsi, amare la Chiesa nella sua varietà

L’Assemblea sinodale si è resa conto che è possibile incontrarsi, ascoltarsi e dialogare a partire dalle differenze e al di là dei “tanti ostacoli, muri e barriere che la nostra storia ci mette sul cammino”. Ha realizzato il bisogno di sostenersi nella stima reciproca, forti della fede nel Signore e della potenza del suo Spirito. L’impegno che ci si assume è di continuare a camminare in uno stile sinodale precisando che non si tratta tanto di una metodologia, quanto di uno stile di vita della Chiesa, di discernimento comunitario e di discernimento dei segni dei tempi. Ciò si è tradotto nel desiderio che l’Assemblea continentale non resti una esperienza isolata, ma diventi un appuntamento periodico, fondato sull’adozione generalizzata del “metodo sinodale che permei tutte le nostre strutture e procedure a tutti i livelli”. 

Sinodalità per dare dignità a tutti i membri della Chiesa

L’accompagnamento delle persone ferite, il protagonismo dei giovani e delle donne, l’apertura ad apprendere dalle persone emarginate sono solo alcuni degli ambiti in cui ci si vuole adoperare proprio adottando questo stile in una prospettiva missionaria e non trascurando l’orizzonte ecumenico e del dialogo interreligioso, “senza rimanere paralizzati dalla paura, ma traendone l’energia per proseguire lungo il cammino”. Fare unità nella diversità, sfuggendo alla tentazione dell’uniformità, ed essere disponibili all’accoglienza come testimonianza dell’amore incondizionato del Padre per i suoi figli: queste le due tensioni da vivere per far reggere la tenda della Chiesa. “Costruire una Chiesa sempre più sinodale – rimarca l’Assemblea – è un modo per dare concretezza all’uguaglianza in dignità di tutti i membri della Chiesa”. 

Alcune priorità sullo stile sinodale

Sono state elencate alcune priorità: approfondire la pratica, teologica ed ermeneutica, della sinodalità. “Abbiamo da riscoprire qualcosa che è antico e appartiene alla natura della Chiesa, ed è sempre nuovo” e siamo solo ai primi passi. C’è poi da affrontare il significato di una Chiesa tutta ministeriale, come orizzonte in cui inserire la riflessione su carismi e ministeri (ordinati e non ordinati) e sulle relazioni tra di essi. Inoltre, vanno esplorate forme per un esercizio sinodale dell’autorità, ovvero del servizio di accompagnamento della comunità e di custodia dell’unità, ma sono anche da chiarire i criteri di discernimento per il processo sinodale e a che livello, da quello locale a quello universale, vanno prese le decisioni.

Donne, liturgia, formazione, missione, linguaggi, poveri

Ancora, prendere concrete e coraggiose decisioni sul ruolo delle donne all’interno della Chiesa e su un loro maggiore coinvolgimento a tutti i livelli, anche nei processi decisionali (decision making and taking); considerare le tensioni intorno alla liturgia, in modo da ricomprendere sinodalmente l’Eucaristia come fonte della comunione; curare la formazione alla sinodalità di tutto il Popolo di Dio, con particolare riguardo al discernimento dei segni dei tempi in vista dello svolgimento della comune missione; innovare il senso vivo della missione, superando la frattura tra fede e cultura per tornare a portare il Vangelo nel sentire del popolo, trovando un linguaggio capace di articolare tradizione e aggiornamento, ma soprattutto camminando insieme alle persone invece di parlare di loro o a loro. “Lo Spirito ci chiede di ascoltare il grido dei poveri e della terra nella nostra Europa – conclude il comunicato -, e in particolare il grido disperato delle vittime della guerra che chiedono una pace giusta.