Nicaragua, condannati preti e laici. Hollerich: “Rilasciate il vescovo e gli altri detenuti”

Vatican News

Dieci anni di carcere a un gruppo di sacerdoti e laici di Matagalpa, la stessa diocesi di monsignor Álvarez rinviato a giudizio per cospirazione. L’accusa è di presunti reati gravi contro lo Stato. Il presidente della Comece prende posizione con una lettera: “Faremo il possibile presso le istituzioni europee per la promozione della libertà, dello stato di diritto e della democrazia nel Paese”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Da Matagalpa, in Nicaragua, dove il vescovo monsignor Rolando Álvarez lo scorso 10 gennaio è stato rinviato a giudizio per cospirazione contro l’integrità nazionale e diffusione di fake news, giunge la notizia, resa nota lunedì 6 febbraio, che tre preti, un diacono, due seminaristi e un laico sono stati condannati a dieci anni di carcere. Si tratta dei sacerdoti Ramiro Tijerino, José Luis Díaz e Sadiel Eugarrios, il diacono Raúl Vega González, i seminaristi Darvin Leiva Mendoza e Melkin Centeno e il cameraman Sergio Cárdenas. La settimana scorsa anche il sacerdote Oscar Benavidez è stato condannato a dieci anni per le stesse accuse. Secondo media locali indipendenti, sarebbero tutti “vittime di false accuse”, così come il vescovo Álvarez, il cui processo – annunciato per il prossimo 28 marzo – è stato anticipato a martedì al 15 febbraio.

Lettera di Hollerich 

A ribadire la falsità delle accuse è anche il cardinale Jean-Claude Hollerich in una lettera datata 6 febbraio e indirizzata a monsignor Carlos Enrique Herrera Gutiérrez, presidente della Conferenza episcopale del Nicaragua. Nella missiva il cardinale, in qualità di presidente della Comece, la Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità Europea, prende posizione sulla situazione in Nicaragua e esprime la solidarietà dei vescovi dell’Ue alla Chiesa cattolica del Paese centramericano “che sta affrontando una profonda sofferenza a causa della persecuzione dello Stato”. Hollerich denuncia l’aggravarsi della situazione con eventi recenti come “la chiusura di stazioni radio cattoliche, l’ostruzione dell’accesso alle chiese da parte della polizia e altri gravi atti che turbano la libertà religiosa e l’ordine sociale”.

Tristezza e preoccupazione

“Seguiamo con tristezza e preoccupazione la situazione in Nicaragua e la persecuzione a cui sono stati sottoposti negli ultimi tempi la nostra Chiesa e alcuni suoi membri in quel Paese”, afferma il cardinale di Lussemburgo. “In mezzo a circostanze così avverse, le testimonianze di impegno nella fede nel Vangelo e nel bene comune sociale della nostra amata Chiesa in Nicaragua sono ammirevoli e non passano inosservate”, afferma Hollerich. “La loro fedeltà al messaggio di nostro Signore Gesù Cristo e la loro dedizione al bene del prossimo sono un esempio e un modello da seguire in tante altre situazioni di persecuzione che, purtroppo, si stanno moltiplicando in varie parti del mondo”.

“Faremo tutto il possibile presso le istituzioni europee”

Il presidente della Comece assicura di unirsi alla voce che “grida l’ingiustizia di cui sono vittime i nostri fratelli e sorelle in Nicaragua” e chiede “il loro immediato rilascio”. “Non dubitate – si legge nella missiva – che come Comece faremo tutto il possibile presso le istituzioni europee per la loro liberazione e per la promozione della libertà, dello stato di diritto, della giustizia e della democrazia nel loro amato Paese”.  

Dall’agosto del 2022, monsignor Rolando Álvarez e altri chierici e fedeli in Nicaragua sono detenuti e attualmente sotto processo penale. Da ricordare che, sempre lo scorso anno, il governo nazionale di Daniel Ortega ha espulso il nunzio apostolico Waldemar Stanislaw Sommertag e diciotto suore dell’Ordine delle Missionarie della Carità.