I datteri di Maria, una storia che costruisce ponti. A Roma il presepe interreligioso

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Francesca d’Amato- Città del Vaticano

La natività quale straordinario strumento di dialogo interreligioso e interculturale, che può aiutare la reciproca conoscenza e il rispetto tra le religioni. L’iniziativa del presepe interreligioso è della Pontificia Academia Mariana Internationalis, nella sua Commissione mariana musulmano cristiana, dell’Associazione internazionale Karol Wojtyla, con il patrocinio del Centro islamico culturale d’Italia. “Noi non lo chiamiamo presepe, ma ricordo della nascita di Gesù secondo il Corano” spiega Fra Stefano Cecchin, presidente della Pami. Il progetto nasce in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni del presepe di San Francesco d’Assisi e verrà inaugurato domenica 15 gennaio, alle ore 15, nella Basilica di Sant’Antonio al Laterano a Roma. L’obiettivo della Pami è scoprire la bellezza di tradizioni diverse, abbracciandole, per guardare ad un futuro che possa includere l’esistenza pacifica di tutte le culture.

Ascolta l’intervista con fra Stefano Cecchin

I datteri come messaggio di fratellanza

Il presepe interreligioso è ispirato all’episodio dei datteri di Maria, così come raccontato dal Corano: la nascita di Gesù da Maria Vergine sotto una palma, con l’angelo che dice a Maria di scuotere la palma per far cadere i datteri necessari al loro nutrimento. Tale episodio, simile a quello narrato nel Vangelo, diventa quindi simbolo di fraternità tra le diverse religioni e dimostrazione dell’esistenza di punti di contatto tra cristiani e musulmani. “Ci sono tante problematiche sul fare il presepe o meno – dice Fra Cecchin – perché potrebbe offendere le altre culture, ma noi stiamo dimostrando che non è assolutamente vero, e che manca la conoscenza delle altre religioni”.  Per quanto riguarda la figura di Gesù e della Vergine Maria, il Vangelo e il Corano hanno punti in comune. Secondo il testo del Corano, Gesù nasce la notte tra il 24 e il 25 Dicembre e a Maria il Corano dedica un intero capito (Sura). 

La partecipazione degli Imam

Maria Vergine è la madre di tutti gli uomini, colei che unisce e non conosce distinzioni di etnia e religione. Maria è una donna, e come tutte le donne porta in grembo suo figlio per nove mesi, per poi darlo alla luce. La Pami ha dedicato il presepe interreligioso alla figura della Vergine, con l’intenzione di approfondire l’importanza della figura femminile, che rappresenta la madre creatrice senza la quale la vita non potrebbe esistere. Tre anni fa la Pontificia Accademia organizzò il primo evento, sempre con la collaborazione della comunità musulmana, denominato “I datteri di Maria”. In quell’occasione, le due comunità vissero un momento di convivialità, mangiando insieme e condividendo amichevolmente la tavola. Domenica 15 Gennaio, la comunità musulmana donerà alla Pami, in segno di fratellanza, una palma che sarà parte del presepe interreligioso, che prevede anche l’esposizione di una statua di Maria e di alcuni quadri, un incontro alla presenza anche di alcuni Imam e, ancora una volta, la condivisione di datteri. Il dialogo tra culture e religioni significa anche, conclude fra Cecchin, “conoscersi e celebrare insieme le feste ognuno degli altri”.