Alessandra Zaffiro – Palermo
“È bello che possiamo celebrare l’Eucaristia qui insieme, ancora insieme a fratel Biagio. E soprattutto è bello celebrare l’Eucaristia in questa giornata che per noi è il memoriale della Pasqua del Signore”. Sono le parole pronunciate dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, durante la Messa celebrata ieri nella Solennità dell’Epifania a sostegno e in preghiera per Biagio Conte, il missionario laico fondatore della Missione Speranza e Carità a Palermo destinata all’accoglienza dei più deboli, dei migranti, degli ultimi, che in queste ore combatte la battaglia contro un tumore.
La visita dell’arcivescovo
Monignor Lorefice ha prima fatto visita a fratel Biagio nella sua stanza, dalla quale, come è possibile ascoltare sulla pagina Facebook della Missione Speranza e Carità, con voce debole e affaticata, ha detto: “Uniti per costruire un mondo migliore, è dura ma ce la faremo perché il mondo ne ha tanto bisogno”. Parole accolte con un applauso da chi era presente, dalle tantissime persone che in queste ore, in questi giorni, collaboratori di fratel Biagio, volontari, ospiti della struttura, cittadini semplici ma anche autorità, si recano in via Decollati per far visita al missionario laico che ha lasciato la vita in una famiglia agiata per dedicarsi ai bisognosi.
L’esperienza di fratel Biagio
Lorefice ha ricordato “l’esperienza di Biagio che per un anno è scomparso (i suoi lo cercavano anche al programma tv Chi l’ha visto?) per farsi “ricercatore”, si è trasferito altrove per mettersi in cammino fino a quando ha trovato, attraverso le Scritture, colui che il nostro cuore alla fine cerca: il Dio che si è fatto uomo, che si è fatto bambino, che si è fatto fragile, il Dio che si è consegnato in una greppia e poi a un sepolcro”.
Stretti a lui nella prova
Preghiere, occhi lucidi, tristezza e speranza. Palermo e chi arriva anche da lontano si compatta nella vicinanza a fratel Biagio: i suoi, i nostri ultimi, semplici cittadini e le istituzioni, tutti insieme, uniti nel manifestare affetto davanti alla sua stanza, con un continuo pellegrinaggio, dopo l’aggravarsi delle sue condizioni in questi ultimi giorni, facendo il tifo per lui, il suo grande cuore generoso, i suoi occhi azzurri e il suo sorriso che negli anni hanno contagiato di entusiasmo chi lo ha incontrato e motivato affinché si facesse qualcosa di più per i meno fortunati, per i poveri.
“Oggi celebriamo anche la nostra speranza, noi cristiani non siamo mai disperati – ha detto l’arcivescovo di Palermo durante la Messa – conosciamo la prova ma non la disperazione, questo perché abbiamo conosciuto il Signore della vita. […]. Noi che siamo qui a celebrare l’Eucaristia insieme a fratel Biagio, stretti sempre a lui con grande affetto, a maggior ragione in questo momento della prova, facciamo memoria dell’esperienza di Gesù che nel deserto vince la tentazione forte della Parola di Dio”.
Accogliere il messaggio dell’Epifania
“Perché siamo qui oggi? Intanto per rinnovare la nostra vicinanza al carissimo fratel Biagio, per pregare per lui, perché lui non può essere solo in questa prova della vita e deve essere sostenuto nella fede; siamo qui – ha aggiunto monsignor Lorefice – perché oggi Biagio è colui che diventa la nostra stella, perché ci conduce all’essenziale e l’essenziale è questa via “altra” che dobbiamo imboccare, come ci ricorda il Vangelo di oggi. Se oggi noi non ci vogliamo più bene, se ci scanniamo, se facciamo guerre, è perché non riconosciamo colui che ci libera dal peccato, il Signore Dio; non lo riconosciamo perché ci illudiamo di percorrere la via dell’onnipotenza umana, non capendo che lontani da Dio, perdiamo il senso della vita. Biagio, con la sua scelta di vita, scegliendo i piccoli, ci ricorda l’unica via che dobbiamo imboccare, l’altra via; oggi per noi è più facile accogliere il messaggio dell’Epifania, dobbiamo tornare ad essere sapienti, noi siamo i Magi che devono intraprendere il cammino interiore facendoci illuminare da Dio per comprendere che il bambino è il Messia, colui che salva. Ecco perché fratel Biagio, innamorato di San Francesco d’Assisi, si è fatto povero e per i poveri, ribaltando la logica del mondo”.
E intanto si continua a pregare e a sperare per fratel Biagio.