Michele Raviart – Città del Vaticano
“La vocazione dell’Apostolo Pietro è una sola cosa con la vocazione della comunità cristiana a lui affidatagli, quella della città di Roma. Nei secoli questo legame ha avuto tanti alti e bassi, ha attraversato momenti eroici di testimonianza cristiana e momenti critici, ma non è mai venuto meno l’impegno nella testimonianza della fede che, soprattutto nei semplici e nei poveri, ha illuminato la Chiesa”. A ricordarlo è monsignor Marco Frisina, nella catechesi per il primo incontro del “Cammino di Pietro”, l’itinerario spirituale sui luoghi dell’Apostolo nella città voluto dalla diocesi di Roma e dal vicariato della Città del Vaticano.
Pietro e la sequela di Cristo
Nella chiesa di Santa Cecilia in Trastevere, dove si è ricordato l’approdo a Roma di Pietro, monsignor Frisina ha ricordato il passo del Vangelo di Matteo in cui l’Apostolo riconosce in Gesù il Cristo e il Signore gli affida la nuova comunità di credenti. Il fraintendimento di Pietro quando poi Gesù prefigura la Passione – “Dio te ne scampi, Signore, questo non ti accadrà mai” – è, sottolinea monsignor Frisina, “ancora legato ad una visione messianica tradizionale, che pensava ad un messianismo trionfate e vittorioso, di potere e grandezza umana”. Gesù al contrario “mette in contrasto la rivelazione della sua messianicità da parte del Padre con la mentalità ‘secondo gli uomini’ delle affermazioni successive di Pietro”. La necessità è invece quella di seguire il Cristo, a condizione di prendere la croce ogni giorno, “segno di sicuro per il discepolo di compiere un cammino autentico con il Maestro”.
Il cammino verso l’amore perfetto
Un concetto ribadito nell’epilogo del Vangelo di Giovanni, quando Gesù Cristo risorto fa visita per la terza volta agli apostoli dove è tutto iniziato, sul lago di Tiberiade. Lì il Signore chiede tre volte a Pietro del suo amore per lui, in “un sorprendente discendere di Gesù verso Pietro, una sorta di abbassamento verso la fragilità dell’apostolo con cui il Signore si piega verso il discepolo, come accompagnandolo in un cammino di crescita verso l’amore perfetto”. ”Il rapporto con Roma dell’Apostolo”, spiega monsignor Frisina, ”diviene quello del vescovo con la sua diocesi, della comunità ecclesiale che partecipa alla stessa vocazione dell’Apostolo Pietro, cioè essere imitatore di Cristo nella sequela e rappresentarne la presenza per la Chiesa intera”. La vocazione del Vicario di Cristo, conclude, “ha proprio questo significato: essere alla sua sequela affinché il mondo possa vedere nell’amore e nella verità della testimonianza il volto stesso del Salvatore”.
Le tappe del “Cammino di Pietro”
I prossimi appuntamenti del Cammino di Pietro saranno in luoghi come San Giovanni in Laterano, la Via Sacra dei Fori e l’Appia Antica. L’ultimo appuntamento è previsto per il 28 giugno 2023, vigilia della Solennità degli apostoli Pietro e Paolo, con una veglia di preghiera al colle Vaticano, luogo del martirio di Pietro.