Marina Tomarro – Assisi
Ripartire da Assisi per arrivare lontano e per recuperare un rapporto di fiducia, tra le persone e l’informazione, in una realtà dove le fake news spesso rischiano di prevalere sulle notizie veritiere. È questo l’obiettivo che si pone la Scuola Nazionale di alta formazione UCSI ‘Giancarlo Zizola’, rivolta a giornalisti impegnati in particolare nei media cattolici. L’apertura della tre giorni è stata fatta nella Sala Conciliare del Comune di Assisi, sede in cui l’Ucsi, conserva anche un ufficio nazionale.
Spogliarsi del superfluo per far emergere la verità
“È per noi una grande gioia ospitare questo incontro – ha salutato i partecipanti il sindaco della cittadina umbra Stefania Proietti – questo luogo, il comune, la sua piazza e la torre campanaria, è molto importante per noi, perché rappresenta il centro sia della vita civile, ma anche religiosa. Infatti qui San Francesco compì il gesto della spoliazione materiale dei beni, iniziando la sua straordinaria missione”. Commosso il ricordo verso il presidente Sassoli: “David amava molto Assisi – ha continuato la sindaca Proietti – conosceva questa sede Ucsi, e sono sicura che oggi sarebbe insieme a noi a parlare dell’importanza della buona formazione ed informazione”. Anche il vescovo della diocesi, monsignor Domenico Sorrentino ha inviato attraverso un video il suo saluto ai partecipanti all’evento, invitandoli a ripetere idealmente il gesto di Francesco spogliandosi di tutti quei valori negativi che oggi caratterizzano la società, e a diventare portatori della Verità della Parola di Dio.
Non dimenticare mai le proprie radici
Nella prima giornata della Scuola tra i relatori anche padre Francesco Occhetta segretario generale della Fondazione Pontificia Fratelli tutti, che ha sottolineato come la testimonianza culturale di David Sassoli sia stata centrata in particolare su tre punti: l’essere inclusivi e laici senza dimenticare le proprie radici; ricercare la giustizia e in questo modo discernere tra il bene il male; e infine essere attenti ai linguaggi che adoperiamo perché costruttori della dimensione identitaria di un popolo. “Scuole come la nostra – ha sottolineato il gesuita – devono contribuire a costruire un giornalismo come servizio pubblico educante. La nostra professione oggi come mai deve collegare solitudini”.
Donare una nuova speranza ai giovani giornalisti
Tanti sono i giornalisti provenienti da tutta Italia, che stanno prendendo parte alla Scuola, tornata in presenza dopo due anni di fermo a causa della pandemia. “Abbiamo voluto dare un respiro europeo a queste giornate – spiega il giornalista Vincenzo Varagona presidente nazionale Ucsi – per uscire dagli individualismi, ma anche per affrontare quella che è stata definita la crisi di fiducia e di credibilità del giornalismo di fronte all’opinione pubblica. I vari interventi sono stati pensati infatti, per aiutarci a formulare un orizzonte non soltanto contenutistico, ma soprattutto con gli strumenti, per riuscire ad offrire una speranza a tanti giovani che spesso si ritrovano a collaborare con varie testaste con pezzi sottopagati, aspettando un’assunzione che non arriverà. Quindi l’obiettivo dei vari laboratori è proprio quello di cercare di vedere insieme uno spiraglio per uscire da questa situazione in cui versa la nostra editoria”.
E l’Ucsi fu fondata nel lontano 1959, con l’obiettivo di accrescere nell’opinione pubblica la stima per il giornalismo quale strumento di verità, giustizia e fraternità. “Soprattutto con la pandemia – sottolinea Varagona – per le testate sono cambiate molte cose. Alcune sono diventate solo on-line, altre come l’Osservatore Romano hanno vinto la sfida, e dopo un periodo di on-line è tornato ad uscire anche in cartaceo. Ormai l’informazione cattolica cerca di essere multitasking, mettendosi in frequenza con il pubblico, scegliendo da una parte l’informazione digitale, ma mantenendo anche la forma tradizionale per riuscire a raggiungere tutti”. Proprio nell’occasione di questo incontro, sarà presentato un numero speciale di Desk, la storica rivista Ucsi, dove firme prestigiose del giornalismo hanno voluto scrivere il loro contributo proprio sul futuro dell’informazione. Questo volume sarà donato lunedì prossimo a Papa Francesco.