Marina Tomarro – Città del Vaticano
L’evento che ha come filo conduttore il tema “Imparare a remare insieme, ricostruendo la comunità e rinnovando la pastorale: la grande sfida del Festival Internazionale della Creatività”, si divide in tre tappe. Una prima online che si apre oggi per concludersi venerdì, e che vedrà il confronto tra le diverse realtà ecclesiali e pastorali italiane, una seconda ad aprile, sempre virtuale e di respiro internazionale, ed infine un terzo momento a settembre, programmato in presenza. Nelle prime quattro giornate sarà possibile partecipare agli incontri, scambiare idee, attraverso una chat apposita, e scaricare o condividere materiale sulle differenti tematiche.
Le parole del Papa come guida per il Festival
Il tema scelto quest’anno, è ispirato alle parole pronunciate da Papa Francesco durante il momento di preghiera per la liberazione dalla pandemia lo scorso 27 marzo, di fronte ad una piazza San Pietro vuota. “Siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. – aveva ricordato il Santo Padre -. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme”.
Una sfida pastorale ed educativa da vincere
“Come ci ha ricordato il Papa – spiega Giulio Carpi, direttore del Festival della Creatività nel Management Pastorale – questa pandemia ci ha fatto riscoprire che siamo tutti sulla stessa barca, bisogna imparare a remare insieme costruendo dei legami che vanno al di là della presenza fisica, andando alla riscoperta delle competenze relazionali. Questa è la prima esigenza. Riuscire a comunicare in maniera forte attraverso anche forme integrate di comunicazione. Dobbiamo avere anche la capacità di saper elaborare proposte pastorali nuove che ci chiedono di uscire dalla zona confort e di lasciarci alle spalle schemi già collaudati e di rinnovare questo modello. Credo che questo sia l’unico modo di far fronte a questa sfida, che non è solo pastorale, ma anche di tipo educativo”.
Il ruolo delle nuove generazioni
E in questa nuova sfida imposta dalla pandemia un ruolo fondamentale è affidato ai giovani. “Le nuove generazioni devono diventare soggetto e non oggetto sia dell’evangelizzazione che delle varie iniziative – continua Carpi -. Noi dobbiamo dar loro la sicurezza di saperli accompagnare per permettere loro di ideare nuovi progetti. I giovani hanno tanto da dire se diamo loro un ruolo significativo di responsabilità, nel quale sentano anche l’emozione di esserci, o altrimenti c’è il rischio che siano considerati, anche nel nostro contesto ecclesiale, solo dei consumatori e non dei creatori di nuove idee”.