Nigeria, la testimonianza di suor Enza: alluvioni mai viste prima, servono soccorsi

Vatican News

Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

Una delle peggiori alluvioni registrate negli ultimi dieci anni ha causato centinaia di morti in Nigeria. Il ministro degli Affari umanitari, Sadiya Umar Farouq, sottolinea come gran parte del numero dei decessi sia dovuto al fatto che alcune regioni non erano sufficientemente preparate a contenere un evento di tale portata. Nello specifico, sono state colpiti 33 dei 36 stati della Nigeria. “Le notizie ufficiali che si hanno parlano di circa 600 morti, tantissimi feriti e quasi più di un milione di persone che hanno perso tutto” riferisce suor Enza Guccione, missionaria italiana in Nigeria. Quella della religiosa è l’unica figura occidentale in un villaggio periferico di nome Igbedor, in mezzo al fiume Niger e di conseguenza minacciato periodicamente dai vari eventi atomsferici.

Ascolta l’intervista a Suor Enza Guccione

Distrutti terreni ed infrastrutture

“Non si erano mai registrate alluvioni come questa”, sostiene suor Enza, raggiunta telefonicamente nel Paese da Vatican News. I rovesci hanno distrutto oltre 330 mila ettari di terreno, comprendenti strade ed infrastrutture vitali per l’economia nazionali, oltre a circa 82 mila case. “Non si tratta nemmeno di fenomeni tipici in questo periodo dell’anno”, dichiara la missionaria. “Le stagioni delle piogge durano sei mesi all’anno e sono precipitazioni normali, consuete.”

Conflitti interni 

L’evento straordinario va a sommarsi alla già difficile situazione della Nigeria dovuta a disordini sociali che, secondo i dati forniti dal Nigeria Security Tracker, solo nel periodo tra gennaio e marzo 2022 hanno fatto registrare 2,968 morti e 1,484 rapimenti. “Il problema – sottolinea suor Guccioni – è che queste alluvioni sono state causate dalle acque delle dighe riversate nei fiumi, proprio mentre i fiumi erano in piena.”

Gli aiuti umanitari

Per quanto riguarda i soccorsi, la missionaria riferisce come al momento sono stati “messi a disposizione dei campi profughi che hanno accolto più di 100 mila persone”. Suor Enza Guccioni riferisce come in questi centri vengano distribuite medicine, cibo e acqua pulita. L’attenzione, però, è rivolta soprattutto verso le grandi città: “Noi viviamo in questi villaggi allagati e siccome siamo in periferia non c’è stato ancora alcun soccorso”.