Mali in preghiera per la liberazione di Sr. Gloria Narvaez

Vatican News

Isabella Piro – Città del Vaticano 

“Cara Sorella Gloria Cecilia, da lontano ti accompagniamo chiedendo al Signore forza e protezione nella tua prigionia. Le tue sorelle, che ti amano, ti aspettano con gioia”: così, in un post pubblicato su Facebook, la Congregazione delle Suore Francescane di Maria Immacolata invoca la liberazione della consorella Gloria Cecilia Narvaez Argoti, rapita il 7 febbraio 2017 in Mali. Dietro la sua scomparsa, ci sarebbe la mano di un gruppo estremista vicino ad Al-Qaeda. Le religiose invitano tutti i fedeli a pregare per il ritorno a casa di Suor Gloria ed a lei, in un secondo post accompagnato da alcune foto che la ritraggono sorridente mentre porta avanti la sua missione, dicono: “Ti aspettiamo. La nostra preghiera ti accompagna”. Insieme ad altre religiose, Suor Narvaez operava nella parrocchia di Karangasso, promuovendo programmi di assistenza sanitaria e di valorizzazione delle donne ed impegnandosi in un orfanotrofio.

Ogni anno il suo ricordo e la speranza che si rinnova

Da ricordare che il 7 febbraio dello scorso anno tutta la Chiesa cattolica del Mali ha organizzato una giornata di preghiera per il rilascio della religiosa. L’iniziativa ha coinvolto nove parrocchie della diocesi di Sikasso, guidata dal Monsignor Jean-Baptiste Tiama. Lo stesso è avvenuto nel 2018: allora, la Conferenza episcopale del Mali diffuse un messaggio attraverso tutti i principali mass-media dell’Africa Occidentale, chiedendo la liberazione di Sr. Gloria. Nel 2109, invece, su alcune fonti locali sarebbe apparso un breve video in cui la religiosa lanciava un appello per la sua liberazione.

Le Suore Francescane di Maria Immacolata sono un Istituto di vita religiosa fondato da Madre Carità Brader Zahner, a Túquerres, in Colombia, il 31 marzo 1893 e definitivamente approvato dalla Santa Sede il 16 maggio 1933. Le religiose si dedicano, principalmente, all’istruzione e all’educazione cristiana della gioventù, soprattutto delle fanciulle povere. La loro fondatrice è stata beatificate nel 2003 da l’allora Papa Giovanni Paolo II che, nella sua omelia, ne ricordò le ultime volontà: “Non abbandonate le buone opere, le elemosine e molta carità verso i poveri”. Una “bella lezione – concluse il Pontefice – di una vita missionaria al servizio di Dio e degli uomini!”.