Il Papa: preghiamo per il pellegrinaggio di pace in Kazakhstan

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Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

“Dopodomani partirò per un viaggio di tre giorni in Kazakhstan, dove prenderò parte al Congresso dei Capi delle religioni mondiali e tradizionali”. Dopo l’Angelus, Papa Francesco ha ricordato il prossimo viaggio apostolico nel Paese asiatico, “un’occasione per incontrare tanti rappresentanti religiosi e dialogare da fratelli, animati dal comune desiderio di pace, pace di cui il nostro mondo è assetato”. “Vorrei già da ora – ha detto il Santo Padre – rivolgere un cordiale saluto ai partecipanti, così come alle Autorità, alle comunità cristiane e all’intera popolazione di quel vastissimo Paese. Ringrazio per i preparativi e per il lavoro compiuto in vista della mia visita. A tutti chiedo di accompagnare con la preghiera questo pellegrinaggio di dialogo e di pace”. 

Il programma del viaggio apostolico

Il 38.mo viaggio apostolico di Papa Francesco in Kazakhstan, dal 13 al 15 settembre, si tiene in occasione del VII Congresso dei leader mondiali delle religioni tradizionali. Il 13 settembre è prevista la partenza per Nur-Sultan, capitale del Paese. Dopo la cerimonia di benvenuto presso il palazzo presidenziale sono in programma la visita di cortesia al presidente della Repubblica e l’incontro con le autorità, con la società civile e con il corpo diplomatico. Il 14 settembre è prevista l’apertura del “VII Congress of Leaders of World and traditional Religions”, che sarà preceduta dalla preghiera in silenzio dei leader religiosi. Il Congresso, che riunirà oltre cento delegazioni da 50 Paesi, è incentrato sul tema “Il ruolo dei leader delle religioni mondiali e tradizionali nello sviluppo spirituale e sociale dell’umanità nel periodo post-pandemico”. Sempre il 14 settembre, dopo incontri privati con alcuni leader religiosi, il Papa celebra la Santa Messa nel piazzale dell’Expo a Nur-Sultan. La giornata del 15 settembre si apre con l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù. L’incontro con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali precede la lettura della Dichiarazione finale e la conclusione del Congresso. Dopo la cerimonia di congedo, è prevista infine la partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Nur-Sultan per Roma.

Sulle orme di San Giovanni Paolo II

Il Kazakhstan, dal punto di vista etnico, è uno tra gli Stati più compositi al mondo. Gli abitanti sono oltre 19 milioni. Il 70% sono di fede musulmana, il 26% è costituito da cristiani, in netta prevalenza ortodossi. I cattolici sono circa 120.000. Papa Francesco è il secondo Pontefice a visitare questo Paese. San Giovanni Paolo II si è recato in Kazakhstan nel 2001 a dieci anni dalla proclamazione dell’indipendenza del Paese. La Repubblica del Kazakhstan ha proclamato la propria indipendenza il 16 dicembre del 1991, ultima tra le Repubbliche ex-sovietiche a procedere in tal senso nel contesto del processo di dissoluzione dell’Urss. “La data del 16 dicembre del 1991 – ha detto Papa Wojtyła durante la cerimonia di benvenuto nel 2001 – è incisa a caratteri indelebili negli annali della vostra storia. La riacquistata libertà ha riacceso in voi una più solida fiducia nel futuro e sono persuaso che l’esperienza vissuta sia ricca di ammaestramenti ai quali attingere per muovervi con coraggio verso nuove prospettive di pace e di progresso. Il Kazakhstan vuole crescere nella fraternità, nel dialogo e nella comprensione, premesse indispensabili per “gettare ponti” di solidale cooperazione con gli altri popoli, nazioni e culture”.

Preghiamo per il poplo ucraino

Dopo l’Angelus il pensiero del Pontefice è andato ancora una volta all’Ucraina. “Continuiamo a pregare per il popolo ucraino, perché il Signore gli doni conforto e speranza. In questi giorni il cardinale Krajewski – ha ricordato il Papa – è in Ucraina per visitare varie comunità e testimoniare concretamente la vicinanza del Papa e della Chiesa”.

Spenta la centrale di Zaporizhzhia

“La centrale atomica di Zaporizhzhia è stata completamente spenta per motivi di sicurezza con l’arresto dell’ultimo reattore rimasto in attività”. Lo rende noto l’operatore ucraino per l’energia nucleare, Energoatom. “È stato deciso di mettere il reattore numero sei nello stato più sicuro: lo stato freddo”. Il direttore dell”Agenzia internazionale dell’Onu per l’energia atomica aveva chiesto “con urgenza l’immediata la cessazione di tutti i bombardamenti in tutta l’area della centrale atomica”, la più grande d’Europa. Sul terreno sono in corso battaglie in diverse zone dell’Ucraina.  Alle operazioni militari delle truppe ucraine, nelle regioni orientali, le forze russe rispondono con attacchi missilistici e aerei. Si combatte in particolare nella regione di Lugansk. Su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Serhiy Gaidai, scrive che gli occupanti russi e i loro collaboratori locali stanno fuggendo.