Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Sono 1 milione e 382mila in Italia i minori in condizioni di povertà assoluta registrati nel 2021, mentre ad abbandonare precocemente gli studi è il 12,7%. Lo rivela il nuovo rapporto di Save the Children “Alla ricerca del tempo perduto – Un’analisi delle disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana” lanciato oggi. A partire dal collegamento tra povertà materiale e educativa nella Penisola, il rapporto analizza alcuni deficit strutturali del sistema scolastico a livello nazionale e locale, considerando spazi, servizi e tempi educativi, come mensa e tempo pieno, palestra e agibilità delle scuole. Ad incidere su questi numeri ora potrebbero aggiungersi le conseguenze della crisi energetica e dell’impennata dell’inflazione, che ha un impatto maggiore sulle famiglie meno abbienti. A preoccupare è anche l’impoverimento educativo dovuti agli effetti di Covid e alla DAD, soprattutto tra i minori già in svantaggio socioeconomico. Il 9,7% degli studenti con un diploma superiore nel 2022 si ritrova infatti senza le competenze minime necessarie per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università. È questa la cosiddetta dispersione implicita. Le percentuali più alte si registrano nelle regioni meridionali.
L’importanza degli spazi educativi
Entrando più nel dettaglio e confrontando le 10 province italiane con l’indice di dispersione “implicita” più bassa e più alta, emerge come nelle province in cui la percentuale è minore le scuole primarie hanno assicurato ai bambini maggior offerta di tempo pieno, più mense (il 25,9% delle scuole contro il 18,8%) e palestre (42,4% contro 29%). Save the Children evidenzia, in pratica, quanto un’offerta adeguata di spazi e di tempi educativi possa contribuire efficacemente a ridurre le disuguaglianze educative territoriali. I territori dove la povertà minorile è più forte sono quelli dove la scuola è più povera, privata di tempo pieno, mense e palestre. Ciò che emerge è che lì dove bambini e adolescenti affrontano, con le loro famiglie, le maggiori difficoltà economiche serve un’offerta educativa più ricca. Il rapporto lascia emergere che quando l’offerta scolastica è potenziata, questa è in grado di fare la differenza, anche nelle province con maggior numero di minori in difficoltà socioeconomica. “Chiediamo al nuovo governo che si formerà un investimento straordinario che parta dalla attivazione di ‘aree ad alta densità educativa’ nei territori più deprivati, in modo da assicurare asili nido, servizi per la prima infanzia, scuole primarie a tempo pieno con mense, spazi per lo sport e il movimento, ambienti scolastici sicuri, sostenibili e digitali” ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
La necessità di più classi a tempo pieno
Per l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare bambini in pericolo e per garantire loro un futuro, è fondamentale aumentare significativamente le risorse per l’istruzione, portandole al pari della media europea (5% del PIL). I fondi attualmente previsti risultano, infatti, insufficienti a garantire un’offerta educativa di qualità, con spazi e servizi adeguati in tutti i territori. In Italia, le classi a tempo pieno (40 ore) nella scuola primaria superano di poco il 50% solo nel Lazio (55,7%), nella Toscana (52,8%), nella Basilicata (52,4%) e in Lombardia (52,3%). Pochissime quelle in Molise (7,5%), Sicilia (11,5%), Puglia (18,7%), Campania (18,8%) e Abruzzo (19,6%). La media nazionale è del 37,3%. Secondo le stime del rapporto di Save the Children, l’investimento annuo necessario a garantire il tempo pieno in tutte le classi della scuola primaria statale ammonterebbe a 1 miliardo e 445 milioni di euro circa. Complessivamente, a livello nazionale, le classi da trasformare in tempo pieno sarebbero 81.639.
Gli studenti di origine straniera
In sintesi, per Save the Children, una scuola più forte e capace di ridurre le disuguaglianze e rispondere ai bisogni reali dei territori, sarebbe la migliore risposta alla sfida che bambini e adolescenti con background migratorio – il 10,3% degli iscritti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado nell’anno scolastico 2020-21 – affrontano ogni giorno nel loro percorso scolastico nel Paese, fondamentale per la loro integrazione. Nonostante il 66,7% di loro sia nato in Italia, più di 1 studente su 4 di origine straniera acquisisce un ritardo dovuto alla ripetizione di uno o più anni scolastici, contro il 7,5% dei compagni di origine italiana. A fronte delle sue analisi, Save The Children lancia oggi una campagna insieme a TikTok e la content factory Mambo per sensibilizzare la community sull’importanza di credere nella scuola e nel suo ruolo fondamentale nella vita di bambini e adolescenti.