Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Sono 197 su 226 i cardinali che partecipano tra oggi e domani, 29 e 30 agosto, all’incontro a porte chiuse voluto e convocato dal Papa per approfondire la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, con la quale Francesco ha riformato la Curia romana. Si tratta probabilmente del più grande e partecipato appuntamento del Papa con il Collegio cardinalizio. Mai, nei circa dieci anni di pontificato di Jorge Mario Bergoglio, si era svolto un incontro di questo tipo e una così ampia partecipazione si era vista solo otto anni fa quando il Pontefice aveva indetto il doppio Sinodo sulla famiglia (2014-15), invitando circa 180 tra vescovi e porporati.
Sessioni di lavoro
Venuti a Roma dai loro Paesi già nei giorni scorsi per accogliere i 20 nuovi confratelli creati nel Concistoro del 27 agosto, i porporati, insieme a patriarchi orientali e superiori della Segreteria di Stato, vivranno tre sessioni di lavoro tra mattina e pomeriggio, con una pausa per il pranzo. A suggellare le due giornate, martedì 30 agosto, alle 17.30, la Messa del Papa nella Basilica di San Pietro con i nuovi cardinali che Francesco non ha potuto celebrare ieri, trovandosi in visita a L’Aquila.
Ai partecipanti – hanno riferito loro stessi – era stato trasmesso nelle scorse settimane un ordine del giorno per indicare temi e domande su diversi aspetti relativi al Documento. Ne discuteranno per tutta la giornata di oggi e domani mattina, in gruppi linguistici per poi avere dei momenti di confronto nella sessione plenaria in Aula.
L’annuncio del Papa
Era stato nell’Angelus del 29 maggio scorso, lo stesso in cui aveva annunciato la creazione di nuove porpore, che Papa Francesco aveva dato notizia di voler riunire il Sacro Collegio per due giorni per spiegare contenuti e novità della Costituzione apostolica, promulgato il 19 marzo scorso, quasi a sorpresa seppur dopo una gestazione quasi decennale.
“Lunedì e martedì 29 e 30 agosto si terrà una riunione di tutti i cardinali per riflettere sulla nuova Costituzione apostolica Praedicate Evangelium e sabato 27 agosto terrò un Concistoro per la creazione dei nuovi cardinali”.
Novità e indicazioni della Praedicate Evangelium
Il documento è entrato in vigore il 5 giugno scorso, solennità di Pentecoste. Il testo contiene e sistematizza molte delle riforme già attuate in questi anni dal Papa, studiate e formulate dal Consiglio dei cardinali, istituito da Papa Francesco nei primi battiti del pontificato. La Costituzione introduce anche alcune novità a cominciare dall’accorpamento e dal cambio di nome di diversi Dicasteri. Soprattutto, però, Praedicate Evangelium – come il nome stesso lascia intuire – conferisce una struttura più missionaria alla Curia perché sia sempre più al servizio delle Chiese particolari e dell’evangelizzazione.
“Missionarietà”
Ed è proprio questo uno degli aspetti principali sul quale il Papa e i porporati, provenienti dai cinque continenti, rifletteranno nel corso della due giorni. Non solo come chiave di lettura della riforma, ma anche come indirizzo globale per la Chiesa di questo tempo. Seppur concentrata sui cambi di assetto di Dicasteri e uffici, Praedicate Evangelium ‘allarga’ infatti i confini della Curia andando a creare un filo diretto con le Conferenze episcopali e le diverse Diocesi dei cinque continenti.
Un ponte tra Curia ed episcopati
“Con la Costituzione tra le diverse Chiese e la Curia c’è ora uno spazio di ascolto e dialogo”, ha spiegato il neo cardinale Leonardo Steiner, arcivescovo di Manhaus, nell’Amazzonia brasiliana, a Vatican News all’incontro di sabato scorso nella Sala Stampa vaticana per il meeting point poche ore prima del Concistoro. “Adesso non si viene più a Roma per dire ciò che abbiamo fatto, adesso si viene per imparare, ma anche la Curia sa imparare in un modo diverso. Si percepisce meglio chi sta a servizio del Santo Padre, a servizio dei vescovi, e questa è una speranza di essere una Chiesa più fraterna in cui si ascolta, dove si vive e si assume la diversità culturale”, ha detto Steiner.
Chiesa in pellegrinaggio
Le questioni su cui riflettere sono molteplici: la collaborazione tra Curia ed episcopati, la presenza dei laici in ruoli di responsabilità, la “missionarietà” e la “conversione della Chiesa”. In particolare questi ultimi due “sono elementi molto importanti”, ha sottolineato il neo cardinale Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto divino. “La Praedicate Evangelium non è solo qualcosa per la riforma della Curia, è anche per le relazioni tra tutte le Conferenze episcopali e la Santa Sede. Missione e conversione coinvolgono tutti in un processo quasi sinodale. Possiamo dire di essere una Chiesa in pellegrinaggio”.
Approfondire la conoscenza
L’incontro di oggi e domani sarà inoltre un modo per far sì che i porporati, che compongono attualmente il Collegio cardinalizio, alcuni dei quali provenienti da periferie del mondo e realtà lontane, possano approfondire la loro conoscenza. La visione universale che ha sempre contraddistinto le scelte di Papa Francesco per il Concistoro, con la rappresentazione di Paesi che mai nella loro storia avevano visto un cardinale (da Tonga al Brunei, dalla Mongolia ad Haiti, dal Banghladesh al Laos al Lesotho), ha fatto sì che il Collegio sia oggi composto da membri distanti sia per background culturale e sensibilità pastorale, sia per posizioni geografiche che rendono difficile una frequentazione assidua o la partecipazione a incontri a Roma. L’appuntamento con il Papa diventerà allora spazio di dialogo e approfondimento ‘umano’, come ha sottolineato l’arcivescovo emerito di Cartagena, il cardinale colombiano, Jorge Enrique Jiménez Carvajal. “Il Concistoro e l’incontro con il Papa aiuta a conoscerci un po’ tutti, a sentirci più coscienti e a prepararci al futuro”.