Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Millesettecento marciatori, giovani tra i 18 e i 32 anni e famiglie con bambini, da tutte le regioni d’Italia, ma anche dall’Europa, come 90 croati, hanno raggiunto ieri pomeriggio la Porziuncola di Assisi al termine della 40.ma Marcia francescana del perdono. Si aggiungono ai più di 70 mila che dal 1980 hanno camminato per circa una settimana per raggiungere la città del Poverello e varcare la porta della piccola chiesa degli inizi di San Francesco, contenuta nella grande basilica di Santa Maria degli Angeli, il 2 agosto, e ottenere così l’indulgenza plenaria dei peccati, chiesta dal santo al Signore e promulgata nel 1216 da Papa Onorio III.
Di nuovo in cammino dopo due estati di stop causa pandemia
Una Marcia speciale, quella iniziata in tanti diversi luoghi d’Italia il 25 luglio per i giovani e il 28 per le famiglie, perché la prima dopo due estati di stop per la pandemia di Covid-19. Centonovanta i partecipanti dall’Umbria, il gruppo più numeroso, che hanno scelto di farsi pellegrini mendicanti di misericordia seguendo il tema indicato dai Frati Minori, “Infinitamente buono”. Un cammino importante, in questi 40 anni, “per tante scelte vocazionali dei ragazzi”, ricorda il vescovo emerito di Grosseto monsignor Rodolfo Cetoloni, frate minore da quasi 50 anni e promotore della prima Marcia francescana nel 1980, e a molte altre nelle estati successive, “vocazioni alla vita monastica ma anche al matrimonio, alla missione e alla professione”.
Monsignor Cetoloni e la prima Marcia francescana
“Fin dall’inizio, in cui le preoccupazioni ‘vocazionali’ assillavano tutti – spiega monsignor Cetoloni, che il 4 agosto alle 8 presiederà una celebrazione davanti alla Porziuncola, all’Agenzia Sir – si volle che la Marcia fosse un’offerta di incontro, per tutti, convinti che, nella verità di quello che si è, il Signore passa e fa da specchio a ciascuno. Questo vale sia per chi è già in una scelta fatta, sia per chi è in ricerca, sia per chi non cerca nulla, ma in quel clima intenso incontra ed è coinvolto e forse inizia un cammino”.
Fra’ Pietro Luca: è il cammino della vita, fatto di fatiche e gioie
In questi ultimi anni alla Marcia dei giovani si è aggiunta quella delle famiglie, e dall’Umbria sono arrivate in 25 alla Porziuncola alle 16.30 del 2 agosto, con ben 60 bambini. Ha fatto un pezzo di strada con loro anche fra’ Pietro Luca Roccasalva, direttore dell’Ufficio comunicazioni dei Frati Minori di Umbria e Sardegna, che a Vatican News racconta di aver condiviso con tante coppie “gioie e fatiche, dai pianti e i capricci dei bambini, alla gioia per la meta raggiunta”. E se parecchie delle coppie in cammino “avevano già fatto l’esperienza della marcia dei giovani e l’hanno voluta rivivere come famiglia”, invita anche chi non si è mai messo in cammino come singolo a provare l’esperienza. Perché si “sperimenta l’amore che perdona, quello che rigenera anche la vita di coppia”. Un amore che si appoggia solo sulle proprie forze, ci spiega “è destinato a fallire, se non viene rigenerato dall’amore di Dio che perdona”. Nella Marcia le coppie, per fra’ Pietro, possono “sperimentare a poi riportare nelle loro giornate la possibilità del perdono, come possibilità di infinite ripartenze”. Ecco l’intervista completa al giovane frate minore:
Che significato ha per voi frati e per tutta la famiglia francescana, laici, giovani e famiglie, aver ripreso il cammino con la Marcia Francescana del perdono, che quest’anno è la quarantesima?
Il cammino della Marcia è una metafora del cammino della vita per i giovani, e quindi riprenderlo dopo questi anni è stato sicuramente importante, anche perché rispondeva al desiderio dei giovani di rimettersi in cammino, di ripartire con un’esperienza significativa. Quindi per noi poter rifare quest’esperienza era bello ed è stato bello rivederlo negli occhi dei giovani e delle famiglie che stanno camminando.
C’è una proposta diversa per i giovani e per le famiglie. Qual è il filo comune che unisce le due esperienze e quali le differenze?
La proposta è la stessa, perché tutti si mettono in cammino verso la Porziuncola. Il tema di quest’anno è “Infinitamente buono”, quindi ci si incammina verso la Porziuncola per incontrare l’esperienza del perdono e Dio infinitamente buono. Chiaramente il cammino è differenziato perché diverse sono le esigenze: il cammino dei giovani dura più giorni ed è anche più pesante, con tappe più lunghe. Per le famiglie si è pensato ad un cammino alla portata di famiglie con bambini, nella Marcia dell’Umbria sono 60 per 25 famiglie, quindi tanti bambini piccoli, per cui chiaramente abbiamo cercato percorsi adatti ai passeggini e ai bambini piccoli, in modo che anche loro potessero vivere quell’esperienza senza fare eccessiva fatica.
Oltre al cammino sono previsti dei momenti di catechesi, testimonianza e anche di festa. Come si svolge la giornata in marcia?
Sia per i giovani che per le famiglie inizia con una sveglia al mattino presto e una partenza relativamente presto, tra le 8 e le 8.30 per le famiglie e le 6 e le 6.30 per i giovani, in modo da camminare quando le temperature sono un p0’ più clementi. Fino all’ora di pranzo si cammina, mentre il pomeriggio è dedicato alla parte catechetica e di testimonianze, e dopo la Messa si vivono spesso dei momenti di momenti di festa e di gioco, per le famiglie e per i giovani.
L’ ospitalità lungo il cammino è in strutture francescane?
No, l’ospitalità è varia, siamo ospitati in palestre e parrocchie, in strutture che vengono adattate in quel momento, e si dorme nel sacco a pelo, non sui letti. Si dorme come in campeggio, con il sacco a pelo a terra, questo è anche bello perché per i giovani è un’esperienza sicuramente anche di precarietà e ancora di più per le famiglie con figli. E’ anche bello vedere una palestra completamente piena dove tante famiglie occupano ognuna un pezzettino di spazio e quella, in quel giorno o in quei due giorni è la loro casa. Poi rifanno i bagagli e si rimettono in cammino per una nuova palestra, un nuovo salone di una parrocchia, che diventerà per altri giorni ancora la loro casa. Quindi non è casa semplicemente quelle mura fisse in cui abitano, ma casa sono tutti quei luoghi che permettono loro di abitarli ed essere famiglia.
Oltre a questo quali incontri, esperienze, emozioni riporta dalla Marcia per le famiglie alla quale ha partecipato?
In passato ho partecipato a quella dei giovani ed è stata un’esperienza molto bella. Quella delle famiglie è ancora più forte, perché alcune delle famiglie che marciano sono quelle di chi ha fatto la Marcia dei giovani, e adesso si sono sposati. Hanno capito che la vita è cammino, e quindi hanno cercato e cercano un’esperienza che ancora gli ricordi questo. Esperienze belle che si vedono in marcia sono quelle della fatica, perché la coppia è chiamata a condividere il tempo della fatica, quello dei pianti dei bambini, dei capricci e anche della gioia per la meta raggiunta. Per cui camminare con loro è poter condividere con loro ogni momento della loro vita di famiglia, di coppia, dalle gioie alle fatiche.
Cosa significa allora per le famiglie di oggi, nelle loro speranze, ma anche nelle loro difficoltà, poter guardare e affidarsi all’ “Infinitamente buono” che è il tema della marcia di quest’anno?
Il significato più profondo, secondo me, è quello di sperimentare che la famiglia, la coppia, ha bisogno di essere rigenerata dall’amore di Dio dall’amore che perdona, prima o poi rischia il fallimento dell’amore. Perché un amore che si appoggia solo sulle proprie forze è destinato a fallire. Queste sono persone che stanno facendo esperienza di un amore che perdona e l’amore che perdona rigenera anche la loro esperienza di coppia. Quindi il valore aggiunto del loro camminare, del loro fare esperienza, in questo caso della marcia, è proprio quello di sperimentare a poi riportare nelle loro giornate la possibilità del perdono, come possibilità di infinite ripartenze.
Come si sono svolti gli ultimi momenti, l’arrivo alla Porziuncola e poi la festa di mercoledì sera 3 agosto nella piazza antistante la basilica di Santa Maria degli Angeli per i giovani?
Ogni regione d’Italia ha organizzato una diversa marcia, sia per i giovani che per le famiglie. Tutte le marce hanno seguito dei percorsi diversi, ma hanno in comune la cosa più bella: la meta, il motivo per cui stanno camminando. Per cui si sono ritrovati tutti in Porziuncola nel primo pomeriggio del giorno del Perdono, per poi fare tutti assieme, in fila, il loro ingresso in Porziuncola. Quest’anno lo hanno fatto prima i giovani e poi successivamente tutte le marce delle famiglie hanno condiviso l’esperienza del passaggio in Porziuncola. Tutto è stato vissuto in un clima di festa, con il saluto del Vicario generale dell’Ordine dei Frati Minori e poi un momento di balli e festa per condividere la gioia del cammino. Poi la sera del 3 agosto i giovani camminatori condivideranno un momento di festa organizzato dalla pastorale giovanile della diocesi, per trasmettere la loro gioia con i giovani della diocesi che hanno fatto semplicemente l’esperienza della preghiera e visitando la Porziuncola in questi giorni.