Giulio Bultrini – Città del Vaticano
Partono oggi da Roma, dal Centro Operativo Nazionale Emergenze, diversi mezzi a sostegno delle cliniche mobili per le città di Vinnytsia e Zhytomyr (Ucraina). Queste dotazioni renderanno più accessibili le cure primarie dei cittadini in difficoltà. Con un contributo iniziale di 12 milioni di euro, reso disponibile grazie ai molti sostenitori, questo progetto risulta tanto importante quanto complesso e viene incontro alle dirette necessità presentate dalla Croce Rossa Ucraina. “Ora che i riflettori iniziano a calare sull’Ucraina, sono orgoglioso del fatto che la Croce Rossa metta in atto queste articolate attività per essere al fianco delle popolazioni colpite” spiega Francesco Rocca, Presidente della CRI.
Le cure primarie in Ucraina non sono l’unica forma di sostegno
Oltre al supporto dato dalle cliniche mobili, nelle quali lavoreranno medici e operatori sanitari locali, si avvia oggi anche il progetto dei Moduli di Abitazione Provvisoria (MAP) per ricomporre circa 100 unità abitative. Questa operazione utilizza lo stesso approccio adoperato in Italia, in occasione del terremoto de L’Aquila quando erano state ripristinate diverse sistemazioni a Onna, per accogliere gli sfollati delle zone più colpite.
Il Direttore dell’operazione: non ci fermeremo finchè ce ne sarà bisogno
Ignazio Schintu, Direttore Operazioni e Emergenze della Croce Rossa Italiana, così commenta i dettagli del progetto: “Le cliniche mobili lavoreranno in zone interessate in parte dal conflitto ma ritenute sicure in questo momento. Per quanto riguarda gli operatori sanitari – afferma nella nostra intervista – ci muoviamo a seguito di un coordinamento internazionale, soprattutto con l’appoggio della Croce Rossa locale.” Schintu sottolinea inoltre come la Croce Rossa sarà presente anche a Kiev per installare dei moduli abitativi al fine di dare supporto a quanti più sfollati possibile, dato che i profughi sparsi sul territorio sono un totale di 6 milioni e mezzo. Un’esigenza certa è quella della ricostruzione insieme al bisogno di cibo, continua il Direttore, poiché gli alimenti di base scarseggiano in tutta la regione. Tra i progetti della Croce Rossa anche quello di una “catena di rifornimento alimentare che settimanalmente somministra cibo”.
Il conflitto è imprevedibile: la CRI ha previsto piani a supporto almeno fino a tutto il 2023. L’autonomia delle popolazioni è in crisi e – spiega ancora Schintu – anche se la guerra finisse domani, le certezze cadute anche in seguito alla perdita delle abitazioni causeranno problemi a lungo termine. In ultima analisi, Schintu aggiunge: “Noi riteniamo si debba fare una progettazione a lungo termine, come stiamo facendo, al fine di aiutare una popolazione colpita da una calamità così grande creata dall’uomo. Non possiamo che pensare di restare operativi anche per diversi anni dopo la fine dell’emergenza, o fin tanto che ce ne sarà bisogno. Con i moduli abitativi saremo in grado di dare un tetto a centinaia di famiglie sfollate e bisognose. Partiremo, al seguito del convoglio, per avviare tutte le attività sul campo, non ci fermeremo finché ce ne sarà bisogno”.