Socialisti e cristiani: sull’etica sociale un dialogo è possibile

Vatican News

di Luca M. Possati

Un dialogo trasversale nel pieno rispetto reciproco. Socialisti, comunisti e cristiani possono incontrarsi e realizzare insieme qualcosa che fino a pochi anni fa appariva impossibile: un’etica sociale comune, che possa proporsi come nuova narrativa per un’Europa in cerca d’identità. A dimostrarlo è Dialop, un’iniziativa nata nel 2014 a partire dall’incontro tra Papa Francesco, Alexis Tsipras, allora presidente del partito Syriza e poi premier greco dal 2015, e Walter Maier, dirigente comunista austriaco. Al progetto hanno aderito negli anni il movimento dei Focolarini e altre organizzazioni, tra le quali Transform!Europe, università e ong. Dialop è una risposta concreta al messaggio lanciato da Papa Francesco nel settembre 2019 sulla necessità di “un’ampia alleanza educativa” al fine di “formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”. Oggi, martedì, viene presentato un documento congiunto, nato dall’esperienza del progetto, presso la Sala Cristallo (Hotel Nazionale), in Piazza Montecitorio a Roma.

Un percorso di dialogo che continua

“È stato un lungo percorso fatto soprattutto da cristiani legati al Movimento dei Focolari, ma non solo, e gruppi di comunisti greci, austriaci, tedeschi e italiani. Sono stati svolti incontri in cui, nella massima libertà e nel rispetto reciproco, si è cercato di affrontare insieme temi di etica sociale che sembravano un terreno di intesa comune. È un percorso, che continua; l’incontro di oggi non è un punto di arrivo”, afferma il giornalista Michele Zanzucchi, professore dall’Istituto universitario Sophia, tra i promotori di Dialop. Tra i principali risultati dell’iniziativa, la Summer School che ha avuto luogo nel settembre 2018 nell’isola greca di Syros, ospitata dall’Università del Mar Egeo, sostenuta dall’Istituto universitario Sophia e sovvenzionata dal Parlamento greco. Oltre cinquanta tra professori, studenti e attivisti hanno colto l’invito espresso dal titolo “Europe as a common: let’s think about it!”. “La cosa principale è il dialogo in sé – afferma Zanzucchi – cioè il fatto di poter dialogare e rispettarsi profondamente nelle proprie convinzioni. Non è un dialogo tra credenti e non credenti. Tutti credono in qualcosa. È un dialogo tra persone diversamente credenti”.

Il primo passo è conoscersi e capirsi

Tra i temi trattati nel corso degli incontri, il valore della persona umana, il rispetto necessario per un’etica del lavoro sufficientemente umana, fino a problemi più ampi. Al centro, cuore pulsante del progetto, il valore e la possibilità del cosiddetto “consenso differenziato” basato sul “dissenso qualificato”. Per poter dialogare veramente bisogna dapprima conoscersi e capirsi. Occorre sapere su quali fondamenti si basa l’interlocutore che abbiamo di fronte. Per evitare consensi apparenti, equivoci lacunosi, superficiali e falsi, bisogna cominciare mettendo in campo i dissensi, che devono essere “qualificati”, cioè chiari, sicuri, comprensibili, fondati. “Ci sono situazioni in cui non c’è accordo, perché evidentemente non può esserci. Il dialogo è più importante dell’accordo sui singoli temi. Anche se non si arriverà mai a un accordo, il percorso fatto rimane e permette di guardare all’altro, a colui che è diverso da sé, con l’ottimismo della fiducia reciproca”, afferma Zanzucchi.

L’obiettivo è un’etica sociale comune

Il documento finale che viene presentato oggi “ripercorre la storia degli antagonismi tra cristiani e socialisti, per poi fare un bilancio del punto cui siamo arrivati, cioè del dialogo che stiamo portando avanti fatto di consenso differenziato e dissenso qualificato”, spiega Luisa Sello del Movimento dei Focolari. “Il fine è un’etica sociale comune, nella quale la dottrina sociale della Chiesa si possa coniugare con la critica marxista. Rispondere all’appello di Papa Francesco contro un’economia che uccide, un tema molto sentito dalla sinistra, è stato un punto di riferimento essenziale”. Il futuro del progetto è aperto: “Adesso stiamo cercando di potenziare l’iniziativa con l’inserimento di giovani post-dottorandi. A seconda delle materie che studiano, questi giovani approfondiscono alcuni temi e li presentano a una doppia platea per accogliere le critiche e i suggerimenti. Va detto che questa sinistra che dialoga adesso non è più la sinistra che avevamo incontrato vent’anni fa. C’è stato un cambiamento di epoca e di mentalità”.