Benedetta Capelli – Città del Vaticano
I soccorsi nelle aree colpite dal sisma di 5.9 di ieri si fanno difficili a causa delle alluvioni provocate dalle piogge che stanno causando frane e danneggiando le linee telefoniche ed elettriche. Le autorità locali temono che il bilancio delle vittime – oltre mille morti – possa aumentare ulteriormente perché molti rimangono intrappolati sotto le macerie delle loro case crollate. Quello di ieri è uno dei terremoti più violenti degli ultimi vent’anni che ha colpito la parte orientale del Paese, in particolare le province di Paktika e Khost. Di magnitudo 5,9 si è propagato fino a 10 chilometri di profondità.
Il rischio di una catastrofe
Le difficoltà incontrate rischiano un prevedibile acuirsi dell’emergenza alimentare. Già 22,8 milioni di afghani soffrono la fame, la malnutrizione acuta è sopra la soglia di emergenza in 27 delle 34 province. “Il mio cuore è con il popolo che sta già vacillando per l’impatto di anni di conflitto, difficoltà economiche e fame”: ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che ha assicurato l’impegno delle Nazioni Unite ma che al momento i talebani non hanno richiesto ufficialmente ma allo stesso tempo non hanno in alcun modo ostacolato l’accesso alle aree colpite. Ad offrire aiuto anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden che ha messo in pre allarme Usaid e gli altri partner del governo.