Adriana Masotti – Città del Vaticano
Filo conduttore del convegno ospitato dall’Università Urbaniana, e che ha visto il contributo di numerosi e qualificati docenti del Pontificio Ateneo di Roma, è stata l’amicizia. Il titolo era infatti: “Amicizia tra Buddhisti e Cristiani per una cultura dell’incontro”, ma prima ancora si è voluto approfondire che cos’è l’amicizia nelle scritture e nel pensiero filosofico cristiani e nella dottrina del Buddhismo Theravadava. A questa riflessione è seguito un ampio spazio per la condivisione di “Racconti dell’amicizia” con gli interventi di esponenti delle due tradizioni e di esperti di dialogo interreligioso. Tra le testimonianze quella del Reverendo Katsutoshi Mizumo, responsabile a Roma dell’organizzazione buddhista giapponese Rissho- Ko-sei Kai. Presenti anche un rappresentante del buddhismo e uno della Chiesa locale della Thailandia nella persona di monsignor Andrew Vissanu che ha guidato la delegazione di buddhisti thailandesi ricevuti ieri da Papa Francesco in Vaticano. Se ad aprire il convegno era stato il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, a trarre le conclusioni è stato monsignor, Indunil Kodithuwakku, segretario dello stesso Pontificio Consiglio.
Mizumo: insieme possiamo fare molto per portare gioia agli altri
“Abbiamo una profonda considerazione per i tesori spirituali, morali e socio-culturali che vi sono stati donati attraverso le vostre preziose tradizioni”, ha affermato ieri Papa Francesco incontrando il gruppo di buddhisti della Thailandia. Ha ricordato poi il dovere per buddhisti e cristiani di rispondere ad un’umanità ferita coltivando “la compassione e l’ospitalità per tutti gli esseri umani, specialmente per i poveri e gli emarginati”. Al microfono di Vatican News il reverendo Katsutoshi Mizumo ci dice come vede il rapporto oggi tra buddhisti e cristiani e perchè è importante proseguire sulla via dell’amicizia:
Reverendo Katsutoshi Mizumo, lei è intervenuto al convegno all’Urbaniana aprendo il momento denominato “Racconti dell’amicizia”. Qual è la sua esperienza di amicizia con i cristiani?
La mia esperienza di amicizia con i cristiani è ottima sia dal punto di vista dell’esperienza personale sia nella prospettiva delle relazioni fra le nostre due grandi religioni. Nello specifico, la storia dell’amicizia tra la Chiesa cattolica e la nostra organizzazione buddhista ebbe inizio con l’incontro tra Sua Santità Papa Paolo VI e il nostro fondatore, il reverendo Nikkyō Niwano. Da quando ho ricevuto l’incarico di dirigere il nostro centro di Roma, nel 2016, ho incontrato molte persone di fede cristiana e ho fatto amicizia con loro, una amicizia bella. Per esempio, una delle esperienze che mi sono rimaste più impresse, è avvenuta nel periodo della pandemia, quando il lockdown e il distanziamento avevano separato le persone, sia dal punto di vista affettivo che sociale. Quello che mi è sembrato è che i cristiani abbiano lavorato per colmare questi vuoti e per avvicinare le persone tra loro. Abbiano partecipato a degli incontri on-line organizzati dagli uni e dagli altri e ci siamo incoraggiati a vicenda condividendo tra noi i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Quali sono gli elementi su cui a suo parere è possibile trovare maggiore sintonia tra buddhisti e cristiani?
Secondo me ciò che è importante per il dialogo tra le religioni, non solo tra buddhisti e cristiani, è confermare la missione di ciascuna religione. Una religione che sia davvero giusta dovrebbe soprattutto portare la libertà dalla sofferenza e la felicità nel cuore delle persone e pace e armonia alla società e al mondo. Attraverso molte conferenze e convegni tra diverse religioni abbiamo confermato che la missione della religione non è altro che questo e crediamo che se avremo lo stesso obiettivo potremo prenderci per mano reciprocamente per creare l’amicizia fra noi per aiutarci gli uni con gli altri e agire insieme per il bene di tutto il mondo.
Nell’udienza di ieri ad una delegazione buddhista thailandese, Papa Francesco ha affermato che stiamo assistendo ad “una crescita graduale costante del dialogo amichevole e della stretta collaborazione” tra le due tradizioni religiose, buddhista e cristiana. Come pensa che potrebbe crescere ancora di più questa realtà di dialogo e di collaborazione?
Le nostre religioni differiscono per dottrine, modalità e contenuti, ebbene, io penso che proprio per questo, collaborando e facendo delle nostre differenze virtù reciproche, potremmo liberare un numero enorme di persone dalla sofferenza e dare loro la pace nel cuore e la felicità. Sono fermanente convinto che il mondo e la società ne abbiano un grande bisogno. Inoltre tutti noi, buddhisti e cristiani, desideriamo la stessa cosa: aiutare gli altri e penso che questo dialogo basato sull’amicizia sincera e questa stretta collaborazione si stiano sviluppando sempre di più perchè ciascuno si impegna al massimo per adempiere alla propria missione religiosa che è più essenziale che mai.
Oggi viene sempre più in evidenza l’importanza di sentirci tutti fratelli e sorelle. Quale contributo può offrire in questo senso il buddhismo e in particolare l’organizzazione giapponese Rissho-Ko-sei Kai di cui lei è responsabile a Roma?
La Rissho-Ko-sei-Kai è un’organizzazione composta da persone laiche, i nostri membri si applicano per considerare le cose della loro vita quotidiana secondo la prospettiva buddhista. Nel nostro movimento tendiamo a dare una grandissima importanza all’applicazione degli insegnamenti nella vita di ogni giorno e l’essenza più vera del buddhismo è la consapevolezza dell’interconnessione che esiste tra noi e gli altri e di conseguenza il rispetto e la gratitudine per tutto ciò che ci circonda e, se ci sono differenze di opinione, la cosa più importante è cercare di capirsi. Il contributo che noi possiamo offrire, quindi, è quello di diffondere questo concetto di apertura tra le persone che si trovano a parlare con membri di altre religioni.
Reverendo Mizumo, qual è l’elemento più importante da vivere per un buddhista e quale aspetto della vita dei cristiani le piace di più?
L’aspetto più importante del buddhismo è, come ho detto prima, la consapevolezza dell’interconnessione gli uni con gli altri: noi non possiamo vivere da soli, grazie alle altre persone noi possiamo vivere la nostra vita. Ma anche i miei amici cristiani sempre mi dicono che ‘vivono con Dio’ e dicono di ricevere un dono da Dio in qualsiasi momento incontrando un’altra persona o in ciò che succede nella loro vita, loro lo accettano come dono da Dio e anche noi pensiamo che tutte le cose della nostra vita sono come un messaggio da Buddha. Questo è molto simile tra noi cristiani e buddhisti: come accettiamo le cose nella nostra vita, non solo le cose belle, ma anche quelle negative, perchè c’è il negativo, però anche in queste cose negative noi proviamo a leggere dei messaggi da parte di Buddha.