Profili migratori nel mondo: il Vaticano affida la ricerca all’Università Comillas

Vatican News

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Per progettare e attivare azioni di accompagnamento pastorale di migranti, rifugiati, sfollati e vittime della tratta, la conoscenza del fenomeno migratorio, della loro evoluzione e delle sue ricadute è fondamentale. Ne è convinto il responsabile della sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il sottosegretario padre Fabio Baggio, scalabriniano che sottolinea come Papa Francesco abbia voluto questa sezione “come un servizio alle Chiese locali”. Per questo, fin dal 2017, è stato affidato ad un gruppo di ricercatori la realizzazione dei “Profili migratori nazionali”, che si possono consultare sul sito della sezione, per ora solo in inglese.

Tra i dati, migrazione qualificata ma anche tratta

Al momento riguardano più di un centinaio di Paesi, e analizzano l’emigrazione e la migrazione di lavoratori qualificati, la migrazione forzata (compresi gli sfollati interni e climatici), la tratta di esseri umani, il quadro giuridico nazionale e, soprattutto, i principali attori coinvolti, con un’attenzione particolare al ruolo della Chiesa cattolica e il lavoro in atto in questi ambiti.

Un Istituto con più di 20 anni di esperienza

Con l’intento di armonizzare la raccolta e l’esposizione dei dati, la Sezione ha deciso di affidare ad un unico istituto di ricerca la realizzazione di 50 nuovi profili nazionali e l’aggiornamento di 15. E ha trovato un accordo con l’Istituto universitario di Studi sulla Migrazione della Pontificia Università Comillas di Madrid, che in più di 20 anni di attività ha sviluppato competenze multidisciplinari nell’ambito della mobilità umana.

Padre Sanz: per aiutare il Vaticano e le Diocesi del mondo

Il rettore dell’Università Comillas, il gesuita padre Enrique Sanz, a Roma per la presentazione del progetto, sottolinea come sia importante, per l’ateneo spagnolo, “poter dare un contributo al Dicastero per lo sviluppo umano”, ma anche “dare una mano alle diocesi del mondo perché possano avere una fotografia della situazione dei migranti nella loro terra”. E infine, sottolinea a Vatican News, “per noi è l’inizio di un lavoro più ampio che vogliamo sviluppare perché una volta che questi dossier saranno finiti. Faremo anche un lavoro di ricerca, paragonando i dossier di un Paese con quelli degli altri”.

Padre Baggio: importante armonizzare la raccolta di dati

Finora le due ricercatrici che si dedicano a tempo pieno al progetto hanno realizzato 5 dossier, “nei quali emergono le situazioni drammatiche delle grandi crisi umanitarie – spiega padre Sanz – dovute ai conflitti e anche la tratta di persone. E’ drammatica anche la situazione dei migranti che arrivano e non parlano la lingua del Paese che li ospitano, come devono fare per integrarsi nella società”. A fare il punto con noi sul lavoro di ricerca sui “Profili migratori nazionali” è il sottosegretario padre Fabio Baggio.

Ascolta l’intervista a padre Fabio Baggio

Ci presenti questo progetto congiunto di ricerca tra la sezione Migranti del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che lei dirige e la Pontificia Università Comillas di Madrid…

E’ un progetto che è nato con la stessa creazione della sezione Migranti e Rifugiati da parte di Papa Francesco, che ha voluto questa sezione come un servizio alle Chiese locali e tra i servizi che noi possiamo dare c’è quello di fornire dei dati certi, certificati e anche sintetizzati riguardo ai flussi migratori e alle sfide migratorie dei loro territori. Lo abbiamo iniziato nel 2017 con un gruppo di ricercatori che ci ha aiutato nei primi tentativi. Ci siamo accorti che era opportuno riuscire ad affidare ad una sola istituzione, per questione di coerenza e anche per semplificazione dei dati, che avesse le capacità e anche le competenze per portare avanti questo lavoro. L’Istituto di studi sulla Migrazione della Pontificia Università Comillas ha sicuramente tutte queste competenze e queste conoscenze e ha detto immediatamente sì alla nostra proposta. In modo molto generoso, ha messo a servizio un istituto e dei ricercatori che in questo momento stanno lavorando esclusivamente su questo progetto, nel tentativo di concludere il numero dei profili Paese che stiamo elaborando, arrivando a coprire praticamente tutto il mondo e poi anche dandoci una mano ad aggiornare questi profili ogni tre anni.

Quali informazioni contengono questi profili e chi li consulta e utilizza?

Le informazioni riguardano innanzitutto le quattro categorie che sono di competenza della sezione: i migranti, gli sfollati, i rifugiati e le vittime della tratta. Ci si concentra a fornire i dati esatti e poi un breve panorama sulla legislazione migratoria nei diversi Paesi per poi concludere con gli interventi che vengono fatti a livello di società civile e in primis, dove è presente la Chiesa Cattolica, con chi e quali attività, progetti e iniziative la Chiesa sta portando avanti a favore delle categorie che ho menzionato nel territorio corrispondente.

Quindi un servizio utile alle associazioni cattoliche ma anche ai politici stessi…

L’idea è quella di offrire questi profili Paese innanzitutto ai nunzi apostolici e ai vescovi delle diverse diocesi del Paese interessato al profilo migratorio, in modo che abbiano una chiara visione di quello che sta succedendo, ai loro agenti pastorali, cioè i direttori della pastorale migratoria, le Caritas e tutte quelle forze cattoliche che sono impegnate nel servizio ai migranti e rifugiati, alle vittime della tratta e attraverso questi dati riuscire ad elaborare programmi che siano consoni alla realtà che è stata analizzata. Poi a livello più ampio i profili sono messi sul nostro sito web, anche se in questo momento solo in inglese. Nel prossimo futuro speriamo di poter offrire anche una serie di traduzioni perché ricercatori, rappresentanti della politica e altre persone che sono interessate possano avere questa visione particolare, elaborata secondo le direttive della nostra sezione, e che dà un’indicazione anche di quelli che sono gli attori coinvolti nell’assistenza dei migranti, rifugiati e vittime della tratta.

Dagli oltre cento profili che oggi si trovano sul vostro portale, e anche da quelli che stanno si stanno elaborando adesso, qual è la situazione che emerge?

Sicuramente un aumento esponenziale delle migrazioni forzate. Cioè ci rendiamo conto che, rispetto ai flussi migratori di 50-60 anni fa, la grande maggioranza delle migrazioni che noi abbiamo oggi sono determinate da cause impellenti, che obbligano le persone perché non ci sono alternative. Due tipologie di causa sono quelle che tutti conoscono: conflitti, guerre, persecuzioni stanno obbligando milioni di persone a lasciare la propria terra. Le altre sono le conseguenze della famosa crisi climatica, che stanno in questo momento aumentando in modo esponenziale e producono e produrranno milioni di sfollati e poi migranti internazionali o sfollati climatici, nei prossimi anni. Ma esiste anche una terza tipologia di cause, la miseria, povertà, mancanza di accesso allo sviluppo umano integrale, mancanza di accesso al bene comune. Ogni persona umana creata da Dio ha diritto a realizzarsi secondo il progetto di Dio e quando queste condizioni non vengono offerte nel suo Paese di nascita, ecco allora che la migrazione diventa obbligatoria per la realizzazione di un progetto esistenziale. Anche la miseria, anche la povertà, di fatto costringono milioni di persone a lasciare la propria patria.