Cecilia Seppia – Città del Vaticano
L’autrice, divenuta preside della scuola delle Maestre Pie Venerini a Roma, nel quartiere di Monte Mario, si è da subito sentita coinvolta in quel consueto quanto straordinario clima di familiarità che circola nelle comunità scolastiche gestite dalle Maestre Pie Venerini, soprattutto nel costante rapporto con i genitori degli alunni, fino al punto di voler scrivere un libro che abbracciasse e facesse conoscere a tutti, addetti del mestiere e non, questa realtà. “Ogni pagina del volume – dice Martina Luise – è intrisa d’amore per un duplice motivo: in primo luogo perché io per prima mi sono innamorata della pedagogia delle Maestre Pie Venerini e del tessuto che le famiglie di questa scuola hanno creato tra di loro e con l’istituto stesso, in secondo luogo, perché la natura intrinseca dell’insegnamento delle Maestre Pie, da qualunque prospettiva lo si guardi è puro amore”. Dopo “I papi di fronte la telecamera. Da Pio XI a Papa Francesco”, arriva dunque un nuovo testo dal titolo: “Maestre Pie Venerini. La scuola di Roma”.
“La meraviglia di queste famiglie – prosegue l’autrice – è che talvolta si affacciano alla mia porta anche solo per chiedermi se ho bisogno di qualche cosa. E’ veramente bello e commovente che in un mondo in cui tutti corrono, per giunta distrattamente, ci siano persone che trovano il tempo per compiere un gesto semplice quanto nobile. Tanto mi ha conquistato il modo di essere scuola delle Maestre Pie Venerine, che – aggiunge – anche nel periodo massimo di disorientamento e paura, legato alla pandemia, con normative spesso incongrue o difficilmente gestibili nei contesti scolastici, sono stata vicina ancor più a ciascuna famiglia che ha così trovato, nelle maestre e nell’organizzazione dell’istituto, un presidio di accoglienza delle loro esigenze e un terreno di confronto per condividere idee e scelte sulle modalità delle lezioni in presenza, così da poter ridurre il più possibile il disagio dei bambini”. Il libro, edito da Aracne Editrice, vede la luce grazie alla sensibilità del professor Marcello Gentile, presidente della Pia Opera Universitaria, che investe in percorsi di formazione e di orientamento per i giovani. Gentile ha sostenuto questa pubblicazione convinto che la divulgazione editoriale delle metodologie educative di eccellenza, possa essere indispensabile alla ripresa dell’Italia. “Lo slancio per ripartire – sostiene – proviene innanzitutto dalla scuola”.
Il carisma e la vocazione di Rosa Venerini
Rosa Venerini già giovanissima avvertiva dentro di sé il desiderio di obbedire a Dio e man mano che cresceva, questo sentimento si profilava sempre più come una esigenza vitale. Fin quando, guidata dal suo padre spirituale, riuscì a capire che per lei seguire “la volontà Celeste”, non significava chiudersi tra le quattro mura di un monastero, ma avrebbe invece dovuto sollevare dall’ignoranza più nera le giovani del tempo, soprattutto le più povere, quelle ai margini e dare loro una vera educazione cattolica. Così Rosa riuscì ad aprire la prima scuola nel 1685 a Viterbo, sua città natale. Ma il desiderio più grande che Rosa Venerini aveva nel cuore era far nascere una sua scuola a Roma. Secondo la mentalità dell’epoca però una donna non avrebbe mai dovuto né potuto realizzare una tale opera. Soprattutto era mal visto il fatto che le Maestre Pie Venerini abitassero tutte sotto lo stesso tetto e che, anche se seguivano una Regola e vivevano i voti, non li professassero pubblicamente. Ma quella “volontà Celeste” supportò sempre Rosa, fino a quando riuscì a fondare la prima scuola romana nel 1713. L’opera di Rosa visse un momento storicamente significativo l’8 ottobre del 1716 quando nella sua scuola di Roma andò in visita il Pontefice, Clemente XI, che riconobbe l’importanza del progetto educativo di Rosa, e pronunciò una frase illuminata che segnò il destino delle scuole delle Maestre Pie Venerini: “Con queste scuole – disse l’allora Pontefice – ci santificherete Roma”. Fu solo nel 1941, grazie a Pio XII, che le Maestre Pie Venerini divennero una vera e propria Congregazione religiosa.
Bassetti: i giovani, seme del futuro
Nella presentazione del testo il cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, sottolinea con forza un pensiero fondante e sempre profondamente vero: “le giovani generazioni custodiscono il seme del futuro”. Il testo introduttivo di questo libro di Martina Luise, è del professore Gennaro Colangelo, esperto di comunicazione e formazione, con venti anni di insegnamento universitario, che è stato supervisore del progetto di laboratorio espressivo della scuola di Monte Mario delle Maestre Pie Venerini, grazie al quale si è potuto anche realizzare lo spettacolo ispirato alla Laudato si’, messo in scena, sempre questa sera, dai bambini dell’infanzia e della primaria. Il volume si compone di molte belle testimonianza che l’autrice ha raccolto, sia tra chi ha lavorato e lavora nella scuola (religiose e laiche), sia tra coloro che si sono formate in questa scuola e che oggi, da mamme, vi hanno iscritto i propri figli. Tra le voci anche quella della nota conduttrice televisiva, Lorena Bianchetti: “Ho sempre desiderato questa scuola per mia figlia perché volevo per lei un posto accogliente, sereno e sicuro dove non le insegnassero solo delle nozioni, ma in cui le trasmettessero i valori umani e spirituali. Per me questa scuola è perfetta. Mi aspetto che la scuola delle Maestre Pie Venerini trasmetta a mia figlia l’amore per l’altro, il rispetto per il prossimo e la capacità di tendere sempre la mano. Le nozioni sono certamente importanti, ma vengono dopo. Ho scelto questa scuola perché ha una marcia in più”. A conclusione del testo monsignor Zani, dona all’autrice, una profonda postfazione in cui sottolinea, tra l’altro: “Il modello educativo sviluppato nei secoli dalle Maestre Pie Venerini sulla base di una pedagogia della cura, si innesta oggi sullo sforzo di promuovere una cultura dell’inclusione per sviluppare una stagione più propizia per il nostro Pianeta, attraversato da sfide inedite”.