Caffo: “Nuova fase per la Pontificia Commissione per la Tutela dei minori”

Vatican News

Federico Piana – Città del Vaticano

“Con la Praedicate evangelium c’è stato un passo ulteriore”. Ernesto Caffo, membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e presidente del Telefono Azzurro, spiega come si amplierà l’azione dell’organismo vaticano contro gli abusi, voluto da Papa Francesco nel 2014, dopo l’introduzione, nella costituzione apostolica sulla Curia Romana e il suo servizio alla Chiesa e nel mondo, del ministero del safeguarding dei minori e delle persone vulnerabili. Nei giorni scorsi, la Commissione si era riunita in assemblea plenaria proprio per riflettere su questa nuova configurazione.

Consolidamento e collaborazione 

“Ci sarà – dice Caffo – il consolidamento dell’azione della Commissione, iniziata con una fase di sperimentazione, che ora proseguirà in una forma più strutturata all’interno di una Chiesa che vede nella tutela dei minori un elemento centrale, essenziale”. Altro tassello fondamentale sarà quello della collaborazione. Il professor Caffo spiega che la commissione agirà “in un rapporto stretto con la Congregazione per la Dottrina della Fede, per la parte che si occupa dei problemi legati agli autori dei reati e all’aiuto alle vittime, le quali restano centrali in tutto questo percorso. Inoltre, la collaborazione sarà estesa a tutti i dicasteri della Curia Romana”.

Ascolta l’intervista a Ernesto Caffo

Accompagnamento e verifica 

Il ruolo che la Pontificia Commissione assumerà sarà di fondamentale importanza. “Sarà quello di coordinare le azioni delle diverse Conferenze episcopali. Finora, alcune di esse hanno fatto dei progressi, si sono attivate, mentre altre sono rimaste più silenti”, rivela Caffo. Ecco, allora, che la Commissione, d’ora in poi, “potrà seguire il cammino di ogni Conferenza episcopale realizzando un rapporto annuale che permetta al Santo Padre di poter conoscere i passi avanti compiuti ed intervenire dove serve”. Un nuovo cammino, ci tiene a precisare Caffo, che “coinvolgerà non solo i religiosi ma anche i movimenti e le associazioni”.