Isabella Piro – Città del Vaticano
Triste record per il Regno Unito che, due giorni fa, ha superato i 100mila morti a causa della pandemia da Covid-19. I dati rendono il Paese primo in Europa per i decessi e quinto nel mondo per il numero di casi totali. Cordoglio è stato espresso dalla Conferenza episcopale inglese, attraverso una nota a firma del suo presidente, il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster: “Questo è un giorno di grande tristezza in tutto il Paese – ha detto il porporato – Tante persone, famiglie, comunità piangono i loro cari scomparsi in questi terribili mesi di pandemia. Tutti siamo in lutto, tutti dobbiamo pregare”.
La speranza nei momenti bui
“La nostra preghiera – ha aggiunto il cardinale Nichols – è radicata nella fede che, con la morte, la vita non finisce, ma viene trasformata, perché la promessa della vita eterna apre la porta della speranza anche nei momenti più bui”. “Prego per tutti e per ciascuno – ha concluso l’arcivescovo – per coloro che sono morti, per coloro che li piangono e per coloro che sono al servizio dei malati. Per favore, unitevi a me nella preghiera”. Uguale cordoglio è stato espresso dal Ministro della Salute, Matt Hancock, il quale si è detto vicino “a tutti coloro che hanno perso una persona cara”. “So quanto sia stato difficile l’ultimo anno – ha aggiunto – ma so anche quanto sia forte la determinazione dei britannici”. Gli ha fatto eco il Primo Ministro, Boris Johnson che, in conferenza stampa da Downing Street, ha ricordato anche la sofferenza di chi non ha potuto dire addio ai propri cari, a causa delle misure restrittive anti-contagio. Dal premier, infine, una promessa: quando il Regno Unito sarà uscito dalla crisi sanitaria, “ci riuniremo come nazione per ricordare tutti quelli che abbiamo perso e per onorare l’eroismo disinteressato di chi che, in prima linea, ha donato la sua vita per salvare quella degli altri”.